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Doglioni (Ingv) sul ponte sullo Stretto: “Deve resistere al più forte terremoto che possa mai avvenire”

L’intervista di Fanpage.it a Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, sul ponte sullo Stretto di Messina dopo l’approvazione da parte del Cdm del decreto per la costruzione: “È una zona notoriamente soggetta a terremoti tra i più forti che possono avvenire in Italia. Bene il ponte, ma deve essere realizzato in maniera tale da resistere alle sollecitazioni del più forte sisma che possa mai verificarsi”.
A cura di Ida Artiaco
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"L'attraversamento stabile dello stretto di Messina interseca una serie di faglie attive. Soprattutto, si tratta di una zona notoriamente soggetta a terremoti tra i più forti che possono avvenire in Italia, anche di magnitudo superiore a 7. Detto questo, gli ingegneri sismici italiani sono però in grado di realizzare un ponte che possa resistere a eventi di questo genere".

Così Carlo Doglioni, presidente dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha commentato a Fanpage.it la notizia dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del testo che consente l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, per il collegamento diretto tra Sicilia e Calabria.

In concreto, si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo per un totale di 3,2 chilometri.

Dott. Doglioni, cosa pensa della decisione del Governo sul ponte sullo Stretto di Messina?

"L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina è una questione politica e gli ingegneri italiani sono in grado di realizzare un ponte in grado di resistere a eventi sismici, oltre che agli altri rischi naturali, quali maremoto, vento, frane, liquefazioni, ecc.. La cosa importante è che vengano adottati criteri tali per cui il ponte stesso sia in grado di resistere a qualsiasi fenomeno si verifichi, cioè per esempio si calcoli la pericolosità sismica secondo lo scenario più estremo che l’area possa generare; negli ultimi decenni si è visto come le aree epicentrali, come potrà essere in futuro lo Stretto di Messina, subiscano scuotimenti del suolo superiori a quelli finora ipotizzati. Per questo una valutazione deterministica della pericolosità, aiuterebbe a calibrare la struttura dell’opera secondo i criteri più cautelativi".

A quali criteri si riferisce?

"Sono gli aspetti fondamentali per la progettazione, come lo spettro delle frequenze dell'accelerazione e della velocità del suolo durante un evento sismico. Si tratta degli scuotimenti che noi sappiamo potrebbero verificarsi all'interno dell'area dove verrebbe costruito il ponte. In qualsiasi caso i valori di accelerazione del suolo e le frequenze utilizzate per la progettazione devono essere quelle dell'evento più forte che potrebbe mai verificarsi in quella zona. Un ponte di tale lunghezza risente soprattutto delle basse frequenze, ma anche nel recente terremoto in Turchia si è visto che con l’aumento della magnitudo, anche le basse frequenze si sono rivelate più alte del previsto. Quindi il ponte può essere fatto, ma il progetto iniziale dovrebbe, a mio avviso, essere rivisto".

Quindi lei non vede nessun impedimento alla costruzione del Ponte?

"La mia posizione è che se si decide di costruirlo, il ponte debba essere realizzato in modo tale da resistere alle sollecitazioni del più forte terremoto che possa mai avvenire. Dal punto di vista tecnico i nostri ingegneri sono in grado di realizzarlo, ma il problema sismico deve essere affrontato nel modo più prudenziale possibile".

Anche perché questa è un'area soggetta a eventi di una certa entità….

"Si tratta di una zona notoriamente soggetta a terremoti tra i più forti finora registrati in Italia. Nella parte calabrese ci sono stati terremoti di magnitudo 7.1 e 6.9 nel 1783 e 1905, per non parlare del terremoto di 7.1 detto di Messina nel 1908, uno dei più disastrosi eventi in Italia e nel mondo in termini di vittime e distruzione. In Sicilia sud-orientale nel 1693 si è verificato il più forte terremoto nazionale di magnitudo stimata 7.3. La progettazione dovrebbe considerare parametri con accelerazioni e spostamenti che deriverebbero da un evento di questa energia che avvenisse proprio nell’area dello Stretto".

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