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Detenuto trovato morto in carcere a Caltagirone: strangolato nel sonno dal compagno di cella

Inizialmente si era pensato a un malore improvviso visto che non erano evidenti segni di violenza sul corpo ma i successivi accertamenti investigativi e medio legali disposti dalla magistratura hanno stabilito che Giuseppe Calcagno è morto strangolato dal compagno di cella che dopo il delitto era finito ai domiciliari.
A cura di Antonio Palma
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Strangolato nel sonno nel carcere in cui era rinchiuso e ucciso dal compagno di cella che avrebbe poi inscenato un malore per farla risultare una morte naturale. Così, secondo la Procura di Catania, è morto Giuseppe Calcagno, un detenuto trovato senza vita nei mesi scorsi nel carcere di Caltagirone in cui stava scontando la sua pena detentiva. I fatti risalgono al gennaio scorso quando l’uomo venne ritrovato al mattino senza vita nel suo letto in cella. Inizialmente si era pensato a un malore improvviso visto che non erano evidenti segni di violenza sul corpo dell’uomo ma i successivi accertamenti investigativi e medio legali disposti dalla magistratura che aveva aperto un fascicolo di indagine sul caso, hanno portato alla luce una realtà decisamente differente.

Giuseppe Calcagno è stato assassinato, secondo i magistrali catanesi, e a ucciderlo a mani nude sarebbe stato il suo compagno di cella, il 59enne Giuseppe Taccetta, che nel frattempo era finito ai domiciliari per scontare il suo residuo di pena. Fondamentale per arrivare alla svolta nelle indagini sono stati gli esami post mortem sulla salma dell’uomo ordinati dalla magistratura. Solo un esame attento del medico legale infatti ha stabilito che non era affatto morte naturale ma si era trattato di un assassinio in piena regola. Il presunto assassino è stato quindi arrestato di nuovo dai carabinieri nelle scorse, grazie a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Samuela Maria Lo Martire, e ricondotto in carcere. Il movente non è ancora stato chiarito ma la Procura di Caltagirone ritiene di potere escludere che sia maturato in ambiti criminali e privilegia la pista dei rapporti personali all'interno della struttura penitenziaria.  Del resto La vittima era detenuta per reati contro il patrimonio e l'indagato per maltrattamenti in famiglia, ed entrambi sono ritenuti estranei alla criminalità organizzata.

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