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Corruzione: 16 arresti tra funzionari pubblici e imprenditori a Palermo, maxi truffa su fondi Ue

Sono 24 le persone raggiunte oggi da altrettante misure cautelari disposte dal gip del tribunale del capoluogo siciliano nell’ambito di una inchiesta su una maxi truffa all’Ue. Nel mirino delle Fiamme Gialle in particolare è finito l’operato di alcuni funzionari dell’ispettorato provinciale dell’agricoltura di Palermo che per gli inquirenti avrebbero pilotato numerosi finanziamenti europei verso imprenditori amici.
A cura di Antonio Palma
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Associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d'ufficio e soppressione e occultamento di atti pubblici, sono questi i reati contestati dalla Procura di Palermo ai 24 indagati raggiunti oggi da altrettante misure cautelari disposte dal gip del tribunale del capoluogo siciliano nell’ambito di una inchiesta su una maxi truffa all'Ue. Per sedici degli indagati sono scattati gli arresti, con 4 custodie cautelari in carcere e 12 ai domiciliari, mentre per altri 8 disposto il solo obbligo di dimora. Si tratta di funzionari pubblici e imprenditori che, secondo l’accusa, avrebbero falsificato documenti e atti pubblici per poter accedere illegalmente ai fondi erogati dall’Unione Europea.

Le misure restrittive disposte dal giudice sono state eseguite nelle scorse ore dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo che si sono occupati dell’inchiesta. Nel mirino delle Fiamme Gialle in particolare è finito l’operato di alcuni funzionari dell’ispettorato provinciale dell’agricoltura di Palermo che per gli inquirenti avrebbero pilotato numerosi finanziamenti europei verso imprenditori amici. L’inchiesta ha portato alla luce un complesso intreccio tra funzionari pubblici, politici e imprenditori per spartirsi i proventi delle erogazioni pubbliche finanziate dall’Ue.

In carcere sono finiti tre imprenditori ed ex funzionari dell’Ipa, ai domiciliari invece altri imprenditori, politici e ispettore dell’Ipa. Secondo l’accusa, i funzionari garantivano una corsia preferenziale in cambio di utilità che le aziende interessate elargivano attraverso una montagna di fatture false prodotte da società di comodo all’estero. “Siamo di fronte a condotte illecite di particolare gravità perché hanno rappresentato un’occasione mancata di sviluppo: in un territorio come quello siciliano, l’impiego efficiente dei fondi pubblici a disposizione, che sono cospicui, potrebbe rappresentare davvero un volano per la crescita del tessuto economico-imprenditoriale” ha spiegato il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo aggiungendo: “Ancora una volta dobbiamo constatare la permeabilità di settori della pubblica amministrazione agli interessi della criminalità economica, che inquinando il sistema produttivo altera i principi di leale concorrenza, a discapito degli imprenditori onesti e rispettosi delle regole”.

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