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Covid 19

Coronavirus, Galli (Sacco): “Ci sono ancora troppe cose da capire”

“Non deve spaventare il numero di persone contagiate, dovrebbe spaventare di più se non si va a cercare da dove arrivi il coronavirus” ha spiegato il professor Massimo Galli, direttore dell’Istituto di Scienza biomediche dell’Ospedale Sacco di Milano. Secondo Galli “l’epidemia di coronavirus nel nostro Paese non è recentissima, questo virus abbia circolato qualche settimana prima dei primi casi conclamati”.
A cura di Antonio Palma
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Sul nuovo coronavirus Covid-19 che ha colpito anche l’Italia facendo già 17 morti e oltre 650 contagi “dobbiamo ancora capire molte cose”, a ricordarlo è stato il professor Massimo Galli, direttore dell'Istituto di Scienza biomediche dell'Ospedale Sacco di Milano facendo il punto sulla situazione della diffusione della malattia nel nostro Paese ma anche sulla ricerca medica e scientifica per isolare il virus e di conseguenza poterlo combattere. “È mia convinzione personale che questa epidemia nel nostro Paese non sia recentissima e che questo virus abbia circolato qualche settimana prima dei primi casi conclamati" ha rivelato oggi Galli ai microfoni di RaiNews24.

In controtendenza rispetto ad altri colleghi e alle recenti intenzioni emerse dalle autorità governative e sanitarie, secondo Galli si devono accertare tutti i casi possibili indagando in profondità, ad esempio anche sui casi asintomatici, per capire l’estensione del contagio. "La mia sensazione è che sull'aumento dei casi ci sono state polemiche inutili. Attenzione perché stiamo andando indietro con analisi sulle persone vicine ai contagiati: questo implica che l'aumento dei casi non è dato da nuove infezioni ma dal lavoro che ci porta ad andare indietro per circoscrivere l'epidemia” ha spiegato infatti l’esperto, aggiungendo: “Questo credo sia un lavoro utile da fare. Non deve spaventare il numero di persone contagiate, dovrebbe spaventare di più se non si va a cercare da dove arrivi il coronavirus”.

Parlando invece della scoperta realizzata nelle scorse ore dai laboratori da lui diretti e cioè l’isolamento del ceppo italiano del nuovo coronavirus, Galli ha spiegato: “Senza nulla togliere ai miei ragazzi, questo che abbiamo fatto è un atto dovuto per qualsiasi laboratorio di virologia. Niente di trascendentale, non una grande scoperta”. “I miei collaboratori sono validissimi ma precari. Vai in un centro di ricerca e troverai dei precari. In Italia la ricerca è sempre Cenerentola, ma c'è ancora chi ci crede” ha concluso Galli

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