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Allarme ospedali: 2mila sanitari fermi per contagi da Coronavirus e quarantene

Secondo un calcolo della Federazione degli ordini degli infermieri, all’appello mancherebbero oltre duemila sanitari, la maggior parte operativi negli ospedali del nord, nelle regioni più colpite dall’epidemia di Covid-19. Sono decine infatti le strutture sanitarie dove il personale si è ridotto di diverse unità a causa di casi di contagio da coronavirus che hanno costretto le autorità sanitarie a mettere in quarantena precauzionale medici e infermieri.
A cura di Antonio Palma
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L’emergenza scatenata dal nuovo coronavirus rischia di mettere in serie difficoltà molti ospedali italiani non tanto per la mancanza di posti letto per i malati ma per la mancanza di personale sufficiente perché posto in quarantena o contagiato a sua volta. Sono decine infatti le strutture sanitarie dove il personale si è ridotto di diverse unità a causa di casi di contagio che hanno costretto le autorità sanitarie a mettere in quarantena precauzionale medici e infermieri che sono venuti a contatto con i pazienti risultati positivi al nuovo coronavirus. Secondo un calcolo della Federazione degli ordini degli infermieri, all’appello mancherebbero oltre duemila sanitari, la maggior parte operativi negli ospedali del nord, nelle regioni più colpite dall’epidemia di Covid-19.

Un problema che accomuna non solo i piccoli ospedali ma anche grandi strutture. L’ultimo caso in questo senso all’ospedale Maggiore di Bologna dove, a seguito di alcuni casi di positività nei reparti, sono finiti in isolamento precauzionale 29 professionisti fra medici, infermieri e operatori socio sanitari. In isolamento sono finiti addirittura anche alcuni componenti dell'equipaggio dell'elisoccorso. In Veneto tra medici, infermieri e operatori sanitari mancano circa 450 operatori tanto che il governatore Zaia ha chiesto e ottenuto il rientro dalla quarantena di chi è negativo al test. La situazione più grave però è in Lombardia dove mancano un migliaio di operatori in particolare ovviamente nelle zone rosse dove i medici e infermieri son costretti a turni massacranti.

Questo purtroppo ha già portato in diverse strutture sanitarie allo stop di alcune attività ambulatoriali e addirittura al blocco degli interventi chirurgici già programmati da tempo e non vitali per il paziente. Anche per questo è utile per chi aveva appuntamenti già programmati è documentarsi in anticipo prima di accedere ai servizi sanitari come le prestazioni programmate ambulatoriali. Caso ancora più grave è quando a infettarsi è proprio un operatore sanitario col rischio di chiudere l’intero reparto come pure è accaduto in alcuni ospedali. Spesso purtroppo sono i comportamenti errati dei pazienti a creare questi disagi. Come ricordano tutte le linee guida diffuse del Ministero della salute, infatti, chi è affetto da sintomi tipici della malattia non deve recarsi in pronto soccorso ma rivolgersi ai numeri di emergenza che daranno indicazioni su come muoversi. Inoltre è sempre fondamentale informare i medici di eventuali contatti a rischio

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