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Coniugi uccisi a Serranova per l’eredità, Cosimo Calò voleva ammazzare anche l’altro fratello

Dopo aver ucciso il fratello Antonio e la moglie Caterina Martucci, l’84enne Cosimo Calò è uscito da casa con l’intenzione di uccidere anche Carmelo ritenuto “causa di tutti i suoi mali”. Fratelli e cognata erano stati minacciati di morte già sette mesi fa.
A cura di Biagio Chiariello
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Caterina Martucci e Antonio Calò
Caterina Martucci e Antonio Calò

Cosimo Calò, l'84enne fermato ieri per l’omicidio del fratello 69enne Antonio e di sua moglie di 64 anni Caterina Martucci avvenuto nel casolare in cui abitavano a Serranova, frazione del comune di Carovigno in provincia di Brindisi, avrebbe voluto uccidere anche l’altro fratello, il 76enne Carmelo. Non riuscendo però a rintracciarlo, è rientrato a casa. A confessarlo ai carabinieri è stato lo stesso Calò.

Cosimo voleva uccidere Carmelo, ritenendolo "causa di tutti i suoi mali". Per due volte è uscito da casa con questa intenzione. La prima, lo stesso giorno in cui ha ucciso l’altro fratello e la cognata. La seconda, il giorno successivo. Carmelo è stato fortunato, perché Cosimo, in entrambi i casi, non è riuscito a rintracciarlo.

A salvarlo è stata anche la preoccupazione per la propria incolumità. È stato proprio lui, intorno alle ore 18 di mercoledì 1 marzo, a scoprire i corpi privi di vita del fratello, con cui aveva un appuntamento, e della cognata. Poche ore dopo è stato ascoltato dai carabinieri come persona informata sui fatti. Carmelo riferisce agli investigatori che Cosimo, 6-7 mesi fa, si era recato presso l’abitazione di Antonio, dove si trovavano anche la moglie Caterina e lo stesso Carmelo.

Inoltre, la paura è legata a un altro evento avvenuto pochi mesi prima, così come raccontato dalla sorella Calò: “Sei sette mesi fa, arco orario pomeriggio sera, mio fratello Cosimo si è recato presso l'abitazione di Tonino e della moglie, ora defunti. Alla presenza quindi di mio fratello Tonino, della moglie Caterina e degli altri fratelli Carmelo ed io ci ha minacciati di morte profferendo testuali parole ‘vi ammazzo tutti tanto a me non mi arrestano visto che ho superato gli ottanta anni’. Quando è andato via ha detto testualmente ‘va bene, non finisce qua, questo è l'inizio’”.

Cosimo Calò ha spiegato che il movente del duplice omicidio è una eredità contesa, lasciata da un quarto fratello morto due anni fa, dalla quale sarebbe stato escluso. Il pensionato dovrà rispondere del reato di duplice omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla premeditazione, nonché di porto in luogo pubblico di arma comune da sparo.

Secondo Carmelo “i motivi degli attriti di Antonio ed anche suoi con il fratelle Cosimo – si legge nel decreto del pm – erano diversi e riferiva che Cosimo provava astio nei loro confronti perché presumeva che i beni di Antonio (compresi quelli che questi avrebbe ereditato dalla morte del fratello Angelo in base ad un testamento olografo dello stesso Angelo) potessero essere ereditati da sua figlia, che per Antonio era la nipote preferita”.

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