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“Come ti sei sentita mentre ti spogliavano?”, le domande della pm alla ragazza che denuncia lo stupro

Le domande rivolte dalla Pm di Tempio Pausania a una delle due ragazze che avevano denunciato di essere state stuprate da quattro giovani, nella notte tra l’8 e il 9 luglio 2019, su una spiaggia in Costa Smeralda, episodio per il quale lo stesso magistrato ha deciso di chiedere l’archiviazione ritenendo si sia trattato di un rapporto consenziente.
A cura di Antonio Palma
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"Come ti sei sentita mentre ti spogliavano?", "In questo momento la rabbia ce l'hai più verso di loro o verso di te?", e ancora: "Come mai hai tolto la tutina invece di correre con la tutina a metà?", sono solo alcune delle domande rivolte dalla Pm di Tempio Pausania a una delle due ragazze che avevano denunciato di essere state stuprate da quattro giovani, nella notte tra l'8 e il 9 luglio 2019, su una spiaggia in Costa Smeralda, episodio per il quale lo stesso magistrato lo scorso anno ha deciso di chiedere l'archiviazione ritenendo si sia trattato di un rapporto consenziente. A denunciarlo all'Adnkronos sono la stessa giovane di 22 anni e i suoi legali che hanno bollato come censurabile e inspiegabile la richiesta di archiviazione per tutti e quattro gli indagati.

Ascoltata dagli inquirenti poco dopo i fatti, come riportano i documenti visionati dall'Adnkronos, la ragazza ha raccontato alla Pm Ilaria Corbelli quanto subito la notte tra l'8 e il 9 luglio del 2019 su una spiaggia di Baja Sardinia, in Costa Smeralda, non lontano dal villaggio turistico in cui faceva l'animatrice con l'amica, vittima della stessa sorte. "I ragazzi mi ripetevano di togliere la tuta e io rispondevo ‘Non voglio toglierla, no!' e loro ridevano e continuavano finché non me l'hanno sfilata". Allora la PM le chiede: "Perché quando la tutina è arrivata alle cosce non l'hai tirata su invece di liberartene?". "Perché nel mentre sentivo le loro mani ovunque, mi toccavano i fianchi e cercavano di toccarmi il seno. Mi dava fastidio e non sapendo come uscire da quella situazione mi sono sentita di lanciarmi in acqua subito". "E come mai l'hai tolta invece di correre con la tutina a metà in acqua?". "Con la tutina all'altezza delle cosce non sarei riuscita a correre". Poi un'altra domanda: "Come ti sei sentita mentre ti spogliavano?". E la 22enne risponde: "Impotente, nel panico, non sapevo più come fare. Non ho pensato a nulla, ero bloccata. Ho fatto corsi di difesa ma non sono riuscita a difendermi. E mi dà fastidio". Infine l'altra domanda della PM: "In questo momento la rabbia ce l'hai più verso loro o verso di te?". "Ero nel panico, ero arrabbiata con loro, il buio attorno a me".

L'episodio, denunciato dalla giovane 24 ore dopo i fatti, è avvenuto una settimana prima della violenza di gruppo denunciata da una ragazza italo-norvegese nei confronti del figlio di Beppe Grillo e di altri tre ragazzi sempre in Sardegna e oggetto di indagine della stessa Procura. Per questo la vittima teme che "il fatto che la vicenda del figlio di Grillo sia avvenuta subito dopo, forse, ha indirizzato i magistrati a occuparsi tanto di quella vicenda e a trascurare questa" ha spiegato il legale della giovane. Proprio come il caso di Grillo, anche qui c'è un video di poche decine di secondi che per la Procura, però, dimostrerebbe la volontarietà del rapporto. A filmare un testimone estraneo ai fatti che era poco lontano con alcuni amici. "Mentre si trovavano a circa 10 metri di distanza da loro – scrive la Procura nella richiesta di archiviazione visionata dall'Adnkronos – S. poteva notare che le ragazze erano a petto nudo, abbracciate, e i ragazzi campani attorno a loro, tutti in acqua, le abbracciavano, le baciavano. In seguito i ragazzi campani entravano e uscivano dall'acqua".

La legale della 22enne ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, presentata nel giugno del 2020 dalla Procura di Tempio, ma sta ancora attendendo la fissazione dell'udienza davanti al gip che dovrà decidere. "A differenza della richiesta di rinvio a giudizio per il figlio di Grillo e i suoi tre amici, arrivata dopo quasi due anni dai fatti, la vittima e i suoi familiari si lamentano e si chiedono perché la richiesta di archiviazione nel nostro caso è arrivata con più celerità" denuncia l'avvocato della 22enne, aggiungendo: "Il PM ha errato la valutazione sul consenso, sulle loro condizioni psicofisiche e anche di lucidità oltre che sulle condizioni di inferiorità numerica delle due ragazze, non ha tenuto nella giusta considerazione la documentazione medica delle ragazze nonché le dichiarazioni rese dalle parti durante le sommarie informazione". La vittima, ritiene che ci sia "una errata valutazione del video dei ragazzi del pedalò, 30 secondi di video per ritenere che ci fosse il consenso".

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