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L'omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche

Come aiutare Charity, la vedova di Alika, ucciso a Civitanova: “Italia, non lasciarmi sola”

È stata lanciata una campagna di raccolta fondi a beneficio di Charity Oriakhi, vedova di Alika e madre di un bambino di 8 anni ritrovatosi improvvisamente orfano del papà. Ecco come fare per donare.
A cura di Davide Falcioni
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"Italia, non lasciarmi sola". In attesa che venga fatta giustizia per la morte di Alika Ogochukwu – l'ambulante nigeriano aggredito e ucciso venerdì pomeriggio nel centro di Civitanova Marche da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo – la vedova della vittima ieri ha lanciato un appello affinché non si abbassi l'attenzione su un delitto che ha lasciato tutti sgomenti.

A colpire l'opinione pubblica, infatti, oltre alle modalità dell'aggressione è stata la reazione dei presenti che hanno assistito alla scena: nessuno è intervenuto per fermare Ferlazzo, nessuno ha fatto niente per dividere l'italiano dal nigeriano, vittima di ripetuti colpi inferti prima con una stampella poi a mani nude fino a provocare il decesso del nigeriano.

Come effettuare una donazione a Charity Ogorchukwu, vedova di Alika

Nella serata di ieri è stata lanciata una campagna di raccolta fondi a beneficio di Charity Oriakhi, vedova di Alika e madre di un bambino di 8 anni ritrovatosi improvvisamente orfano di uno dei genitori senza sapere neanche perché. Chi volesse – ha spiegato a Fanpage.it Francesco Mantella, l'avvocato della famiglia – può effettuare una donazione. Questi gli estremi:

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IBAN: IT85N0200869201000106469918
BANCA: Unicredit, filiale di Tolentino (MC)

Charity Oriakhi
Charity Oriakhi

La compagna di Ferlazzo: "Mi ha detto: ‘Andiamo, ho picchiato uno'"

Nel frattempo ieri gli inquirenti hanno sentito come testimone Elena D., 45 anni, fidanzata di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. La donna ha raccontato che – insieme al compagno – stavano facendo shopping nel centro di Macerata quando Alika Ogochukwu li ha avvicinati per chiedere loro l'elemosina. Tanto è bastato perché, pochi minuti dopo, Ferlazzo inseguisse il nigeriano per colpirlo prima con la sua stampella poi a mani nude, fino a causarne la morte: "L'ho visto arrivare verso di me sporco di sangue – ha spiegato Elena alla polizia – con un cellulare in mano che non era il suo. Gli ho detto: ‘Filippo che hai fatto, che hai combinato?' Lui mi ha risposto piano all'orecchio, quasi sussurrando: ‘Andiamo, ho picchiato uno'".

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