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“Circondati e pestati a sangue perché ho lo smalto sulle unghie”: la denuncia del 18enne a Fano

“Prima mi hanno preso in giro per il ciuffo bianco ma quando sono arrivati vicino e hanno visto le mie unghie con lo smalto nero, cinque o sei di loro mi hanno bloccato, uno ha preso un accendino e ha cercato di dar fuoco alle dita per togliermi lo smalto” ha raccontato la vittima di 18 anni pestato con l’amico 17enne a Fano.
A cura di Antonio Palma
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Avvicinati, insultati e pestati a sangue dal branco solo perché avevano un aspetto particolare tra cui lo smalto nero sulle unghie, è la terribile violenza denunciata da due ragazzi marchigiani a Fano. L’assalto sabato sera mentre i due, un 17enne e un 18enne, passeggiavano tra le strade della cittadina in provincia di Pesaro e Urbino. Prima gli sfottò per il ciuffo di capelli tinto di bianco, poi gli insulti, l’accerchiamento del branco e infine l’aggressione finita con un violento pestaggio e il furto di portafogli e collane. Così ha ricostruito la brutta esperienza il 18enne vittima dell’aggressione a Il Resto del Carlino.

“Io ho le unghie con lo smalto nero. Mi piace averle, vederle, portarle. Ce le ho da quattro anni e ho subìto ogni tipo di offesa per questo, tipo frocio o altro, ma non mi ha mai importato nulla visto che sono eterosessuale” ha spiegato il giovane che è riuscito a cavarsela con poche escoriazioni a differenza dell’amico che ha riportato fratture a braccia e naso. Per ora nessuna traccia del gruppo che sarebbe composto da circa una quindicina di persone, tutti ragazzi adolescenti. “Non li conoscevamo, prima mi hanno preso in giro per il ciuffo bianco ma quando sono arrivati vicino e hanno visto le mie unghie con lo smalto nero, cinque o sei di loro mi hanno bloccato, uno ha preso un accendino e ha cercato di dar fuoco alle dita per togliermi lo smalto” ha raccontato la vittima.

Il pestaggio quando l’amico ha cercato di fermarli. “Gli hanno sferrato un pugno in faccia che lo ha gettato a terra, poi hanno continuato a dargli calci in bocca, alla schiena, al braccio, ovunque" ha raccontato il 18enne, denunciando: “Delle cinquanta persone intorno che vedevano tutto, nessuno è venuto ad aiutarci. Nessuno diceva basta né ci dava una mano. Solo uno, che non conosciamo ha chiamato i carabinieri”.

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