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Chiara morta per colpa di una buca, sentenza dopo 2 anni mai depositata: rischio prescrizione

Dopo un anno e 11 mesi non sono state ancora depositate le motivazioni della sentenza (previsto originariamente in 90 giorni) che ha condannato, per omicidio colposo, due funzionari comunali di Agrigento per la morta della 23enne in un incidente con il suo scooter. I reati rischiano così di finire in prescrizione. I familiari: “Pronti ad incatenarci”
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo quasi due anni non sono state ancora depositate le motivazioni della sentenza che ha condannato, per omicidio colposo, due funzionari comunali di Agrigento per la morte di Chiara La Mendola, la 23enne rimasta uccisa alla fine di dicembre del 2013 a bordo del suo scooter per una buca piena d’acqua profonda 12/ 13 centimetri e mai riparata nel suo comune. La giovane, sbandando, era finita sotto un auto che arriva dalla corsia opposta morendo sul colpo.

Condannati in Appello un dirigente e un funzionario del Comune, ma la sentenza non è mai arrivata e i reati rischiano di finire in prescrizione, oltre a portare al “congelamento” della causa civile per il risarcimento del danno.

Il papà Lillo e il fratello Marco chiedono giustizia in memoria di Chiara e si dicono pronti a incatenarsi davanti alla Corte di appello e rivolgersi al ministro dell’Interno, Carlo Nordio. “Avevamo una figlia meravigliosa, una stella luminosa piena di amore" dice il padre.

Questo inammissibile ritardo del giudice, incaricata di redigere la sentenza, nel depositare tale sentenza – scrivono i familiari di Chiara in una lettera firmata anche dal loro legale, Daniela Principato, e indirizzata al presidente di sezione della Corte di appello, Antonio Napoli – si colloca in stridente, violento e oltraggioso contrasto con le leggi dello Stato Italiano, oltre che con sentimenti e diritti di noi congiunti della povera Chiara".

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Il verdetto, che confermava quello emesso il 12 luglio del 2018 dal tribunale di Agrigento, è stato emesso dai giudici della seconda sezione della Corte di appello di Palermo il 19 aprile del 2021.

I due funzionari comunali devono rispondere di omicidio colposo per non aver vigilato e segnalato il dissesto stradale. Il Tribunale di Agrigento condannò entrambi alla pena di un anno.

Al di là della fin troppo dichiarata mancanza di fondi, il Comune di Agrigento disponeva comunque di quelli necessari, oltre che del personale, della struttura e dei mezzi, per compiere quantomeno i piccoli lavori di manutenzione ordinaria, quali la copertura di una buca sull’asfalto o anche solo, appunto, per segnalare l’insidia agli utenti della strada”.

Non sono state, però, depositate le motivazioni, con la conseguenza che non è stato possibile ricorrere in Cassazione. E quindi resta tutto fermo.

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