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Chi erano i due fratelli di 18 e 14 anni morti annegati nel Piave

Nonostante la siccità di queste settimane, il punto del fiume in cui Fallou e Bassirou Bop Sarigne si sono tuffati, a San Biagio di Callalta, è profondo fino a cinque metri. I due giovani sono annegati entrambi.
A cura di Biagio Chiariello
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Avevano appena 14 e 18 anni. Sono annegati nelle acque del Piave. I due fratelli senegalesi di 14 e 18 anni, Fallou e Bassirou Bop Sarigne, residenti a San Biagio di Callalta, hanno perso la vita nelle acque del fiume nel pomeriggio di ieri, 20 giugno quando da poco erano passate le 18 di sera. I due – assieme ad alcuni altri amici – erano arrivati nel pomeriggio su una spiaggetta a Fagarè di San Biagio di Callalta (Treviso): hanno raggiunto, in sella alle loro bici, il greto del corso d'acqua nella zona del Monumento Molino della Sega, in compagnia di altri due fratelli e un amico. Il primo a tuffarsi è stato il 14enne Fallou, forse convinto che in quel punto l'acqua non fosse troppo profonda: il fratello 18enne, vedendolo difficoltà, lo ha seguito, cercando di riportarlo a riva. Ogni tentativo si è purtroppo rivelato inutile. Anche lui è stato inghiottito dall'acqua: insieme sono letteralmente spariti nel nulla.

La tragedia sul Piave

Le ricerche sono state effettuate dai vigili del fuoco del comando provinciale di Treviso, da personale del 118 e dai carabinieri, anche con l'utilizzo dell'elicottero del Suem e degli stessi pompieri che ha sorvolato la zona. La conclusione è stata tragica: i corpi dei due ragazzi sono stati trovati poco distante rispetto al punto in cui erano scomparsi, a Negrisia, nella zona di Ponte di Piave, in un punto particolarmente difficile da raggiungere per i soccorritori.

Chi erano i due fratelli morti annegati

I due ragazzi scomparsi sono entrambi nati a Treviso ed erano ben inseriti nella comunità. I genitori sono immigrati dal Senegal tanti anni fa e la famiglia risiede a S.Biagio di Callalta (Tv). Le salme sono state portate all'obitorio a disposizione dell'autorità giudiziaria. È stato il padre a dover affrontare l'amarissima procedura del riconoscimento dopo che già era accorso sul luogo del ritrovamento.

Non riesco a darmi pace – afferma Silvano Tomasi, presidente dell'Atletica San Biagio, società per la quale era tesserato Bassorou – Era un ragazzo educatissimo e, pur avendo ancora qualche problema con la lingua italiana, si era inserito subito in gruppo. Gli piaceva l'atletica, era un velocista, correva i 100 e i 200 metri. Sono senza parole".

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