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Chi era Michele Guzzo, lo chef morto dissanguato dopo la ferita alla gamba: “Non si può morire così”

“Non si può morire così” dicono tutti gli amici increduli di Michele Guzzo, il 28enne di Parma morto dissanguato nel giardino della casa di un amico dopo una ferita alla gamba che si è procurato mentre scavalcava la recinzione dell’abitazione.
A cura di Antonio Palma
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Michele Guzzo
Michele Guzzo

Poche ore dopo avrebbe dovuto presenziare come giurato per un’iniziativa ad Alma, la scuola internazionale di cucina di Parma, un altro traguardo per lui che proprio lì aveva studiato da chef, ma un tragico destino ha voluto che Michele Guzzo a quell’appuntamento non ci arrivasse mai. Il 28enne di Parma è morto dissanguato nel giardino della casa di un amico, in viale Partigiani d'Italia, dopo una ferita alla gamba che si è procurato mentre scavalcava la recinzione dell’abitazione.

Il ventottenne pare non riuscisse a contattare l’amico venerdì sera e avrebbe deciso quindi di scavalcare la cancellata della casa. Secondo la ricostruzione dei fatti, nel farlo però si è ferito quando una punta in ferro della struttura lo ha preso a una coscia. Michele, anche se sanguinante, ha comunque proseguito verso il giardino dell’abitazione ma quella che sembrava una ferita banale era in realtà gravissima.

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Quella punta infatti gli ha reciso l'arteria femorale rivelandosi fatale. Dopo avere fatto pochi metri, il 28enne avrebbe perso i sensi per poi morire dissanguato senza che nessuno si accorgesse di lui. Solo il giorno dopo, alle 9 del mattino di sabato, l’amico lo ha individuato ormai senza vita nel giardino in una pozza di sangue. A quel unto inutili i soccorsi del 118 che hanno solo potuto accertarne il decesso.

Una notizia che ha gettato nello sconforto famigliari e i tanti amici di Michele Guzzo. "Non si può morire così” dicono tutti increduli. Numerosi i post di cordoglio sui social per il 28enne che dopo il diploma nel 2018 come uno dei migliori cuochi del suo corso si era specializzato per diventare manager e lavorava per un'azienda di ristorazione a Forlì che offre consulenze per ristoranti o alberghi che aprono o in riqualificazione.

Anche all’Alma hanno voluto dedicare un pensiero allo chef, che prima di diventare consulente aveva cucinato anche in locali stellati, dedicandogli un minuto di silenzio. Tanto il dolore della famiglia a cominciare dal padre Domenico che non riesce a darsi pace. “Per me lui era tutto. Ora non mi è rimasto niente” ha dichiarato l’uomo.

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