Catania, bimba nasce senza rene ma le negano l’invalidità, i genitori: “Non ci fermeremo”

"Faremo tutto il possibile e anche l'impossibile, non ci fermeremo fino a che i diritti di nostra figlia e dei bimbi come lei non saranno riconosciuti”, così Daniele Marino e Magda Coco, genitori siciliani di una bimba di appena 7 mesi nata con una malformazione congenita, raccontano la loro battaglia per veder riconosciuta l'invalidità alla loro piccola. Nonostante sia nata senza un rene, infatti, la commissione medica locale chiamata ad esaminare la domanda di invalidità ha rigettato la richiesta. La coppia, residente a Zafferana Etnea, nella città metropolitana di Catania, aveva scoperto l'invalidità della bimba già durante la gravidanza a seguito dei controlli pre parto. Una diagnosi confermata poi anche poco dopo la nascita, avvenuta nel febbraio scorso, quando una ecografia ha sentenziato che c'era il rene destro ma non quello sinistro.
Da quel momento la bimba ha dovuto sottoporsi a continui controlli e visite mediche e seguire una dieta appropriata. Una condizione che tutti i medici e gli ospedale pubblici che l'hanno avuta in cura hanno giudicato invalidante accertandone i problemi con relativi certificati. Secondo i medici del policlinico di Catania la bimba non può deambulare senza accompagnamento. La Commissione medica di Acireale competente per territorio però nell'estate scorsa è arrivata a una conclusone diametralmente opposta sostenendo che la la bimba non è invalida perché la mancanza di un rene non è patologia invalidante.
Una decisione contro la quale i due genitori della piccola hanno fatto ricorso anche questo respinto. Una batosta per la famiglia che non vive certo nell'agiatezza, col papà che è momentaneamente senza occupazione perché in attesa di essere richiamato la lavoro e la mamma casalinga. L'indennità infatti permetterebbe loro di affrontare con maggiore serenità le spese che dovranno affrontare negli anni per le cure della bambina. La coppia non ha intenzione di arrendersi. "Questa è una battaglia che abbiamo intrapreso per vedere riconoscere i diritti di nostra figlia ma anche quelli di altri come nostra figlia, ce ne sono molti e vogliamo combattere a nomi di tutti come genitori" ha spiegato la coppia.