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Carabiniere ferito per sedare rissa alla Prima comunione, ordini restrittivi per 6 indagati

I dei provvedimenti restrittivi sono un arresto per l’uomo che ha sparato e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli altri cinque indagati. Nell’episodio avvenuto ad Acireale rimase ferito in maniera grave il vice brigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso che era presente per la comunione del figlio.
A cura di Antonio Palma
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Sono sei gli indagati per la rissa in chiesa in cui rimase ferito in maniera grave il vice brigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso. Per l’assurdo episodio avvenuto il 5 settembre scorso nel Catanese, infatti, sono stati emessi oggi sei ordini restrittivi nei confronti di altrettante persone ritenute a vario titolo responsabili della contesa, poi sfociata in spari che hanno raggiunto il militare dell’arma intervenuto per sedare la rissa. I provvedimenti, firmati dal Gip su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono stati eseguiti stamani dai carabinieri del comando provinciale di Catania. Si tratta di un arresto per l’uomo che ha sparato e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli altri cinque indagati. Il fascicolo di indagine della Procura etnea ipotizza il reato di rissa aggravata in concorso.

Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, tutto era iniziato per una discussone tra due gruppi famigliari di due ex coniugi a causa dell'assegnazione dei posti a sedere all'interno della Chiesa Santa Maria degli Ammalati di Acireale durante la Prima comunione del figlio. Per puro caso infatti uno dei due gruppi era finito nei banchi davanti e l’altro dietro e questo aveva innescato tensioni poi sfociate in una vera e propria rissa sul sagrato mentre era in corso la messa. Il vice brigadiere Sebastiano Giovanni Grasso che stava partecipando la cerimonia per la Comunione del figlio era intervenuto ma era stato raggiunto da un proiettile esploso da uno dei coinvolti nella rissa.

A sparare è stato Camillo Leocata, 69enne nonno del ragazzino le cui famiglie si contendevano il posto. Licata, fermato l’8 settembre scorso, ha sostenuto di essersi allontanato dalla chiesa durante la funzione per andare casa a prendere la pistola "dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell'ex moglie" e che, durante una colluttazione, ha sparato "contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio". Quell’uomo era il vice brigadiere Grasso. Dopo lo sparo, il 69enne era rimasto con la pistola in mano "nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù, il tutto fino all'intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalle mani" ha spiegato il Gip nell’ordinanza di arresto.

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