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Caporalato, lavoratori controllati con Gps e costretti a lavorare in nero

Due ditte che si occupavano di distribuire volantini commerciali e pubblicitari sfruttavano lavoratori stranieri in nero costringendoli a lavorate ben oltre l’orario previsto con paghe misere e soprattutto tenendoli sempre sotto stretta sorveglianza grazie ad apparecchiature di geolocalizzazione.
A cura di Antonio Palma
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Non solo erano costretti a lavorare in nero, senza nessuna tutela e per ben oltre l'orario previsto ma erano obbligati anche ad indossare apparecchi di geolocalizzazione in maniera da essere sempre controllati via gps in tutti i loro movimenti dai datori di lavoro. È il caso di sfruttamento di manodopera scoperto nelle scorse ore nel Torinese dai carabinieri della compagnia di Chieri e che ha portato alla denuncia a piede libero  di un uomo e una donna, padre e figlia, abitanti a Poirino, comune situato a sud-est del capoluogo piemontese, ai confini con la provincia di Cuneo e la provincia di Asti, dove ha sede legale anche l'azienda che gestivano. Si tratta del 49enne U.R., e della 21enne S.B., entrambi di origine pakistana e titolari di un’azienda che si occupa di distribuire volantini commerciali e pubblicitari nel Chierese. Per loro le accuse sono di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Alle loro dipendenze ben nove persone, tutti loro connazionali, ma nemmeno uno in regola con il contratto di lavoro. I carabinieri li hanno sorpresi al mattino presto mentre salivano su un furgone stracolmo di volantini che avrebbero poi dovuto distribuire durante la giornata. Addosso avevano tutti apparecchi di geolocalizzazione per essere rintracciati ovunque e soprattutto controllati in ogni spostamento. A seguito degli accertamenti,  i carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro hanno fatto scattare sanzioni per 22mila euro ed è stato emesso un provvedimento di sospensione a tempo indeterminato dell’attività imprenditoriale. Per uno dei lavoratori invece è scattato un provvedimento di espulsione in quanto non in regola nemmeno con il permesso di soggiorno.

Una scoperta analoga è avvenuta giovedì da parte della Guardia di Finanza di Egna in Trentino. I lavoratori, tutti  stranieri e tutti in nero, erano impiegati  nella consegna di volantini pubblicitari in diverse zone della provincia di Bolzano e Trento senza nessuna tutela. Erano costretti a lavorare fino a 15 ore al giorno con salari di 30 euro spostandosi su biciclette appositamente fornite dall'organizzazione, anche queste fornite di apparecchi di geolocalizzazione per essere sempre rintracciabili. Gli  accertamenti hanno consentito di scoprire che dietro tutti c'era una impresa individuale con sede in provincia di Vicenza che  aveva reclutato decine di uomini, tutti di nazionalità pakistana e indiana e nessuno in regola.

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