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Cagnolino bruciato vivo a Sassari, Fuego ora sta bene: ad adottarlo la donna che lo ha salvato

Il piccolo Fuego, poi ribattezzato Fibi, era stato ritrovato in fin di vita, coperto di ustioni gravissime, all’inizio di aprile in Sardegna. La donna che lo ha salvato portando dai veterinari ha poi deciso di accoglierlo nella sua famiglia: “Ha conquistato tutti, ciò che ha passato non ha scalfito la sua fiducia verso il prossimo”.
A cura di Susanna Picone
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Fuego – così era stato battezzato dai veterinari – il 2 aprile scorso era stato trovato agonizzante sul bordo di un sentiero nelle campagne del Monte Bianchinu, poco lontano da Sassari. Il cagnolino, un meticcio di piccola taglia, era coperto di ustioni di secondo e terzo grado e con una corda al collo. Lo avevano bruciato vivo ma lui ha combattuto e finalmente ora è tornato a mangiare, correre e giocare come tutti gli altri cuccioli. Dopo settimane di cure quel cagnolino è infatti tornato in salute ed è pronto a una nuova vita con la sua nuova famiglia. Il cucciolo è stato adottato dalla donna che gli ha salvato la vita ad aprile portandolo al pronto soccorso veterinario. “Ce l’ho in prova e in un paio di giorni ci ha conquistati tutti”, ha raccontato la signora a La nuova Sardegna, aggiungendo che il cagnolino – che adesso si chiama Fibi – è già diventato amico della sua cagnetta di 14 anni e anche dei quattro gatti “nonostante spesso li rincorra per gioco”.

La donna che ha adottato Fibi: "Ciò che ha passato non ha scalfito la sua fiducia verso il prossimo" – “È affettuoso, mansueto e giocherellone, mi meraviglia che tutto ciò che ha passato non abbia scalfito la sua fiducia verso il prossimo. Mai diffidente, mai schivo, mai una protesta, si lascia fare di tutto. È anche obbediente”, ha raccontato ancora la donna. Per adottare il piccolo Fuego erano arrivate tante richieste da ogni zona dell’Italia. La storia del cagnolino bruciato vivo vicino Sassari aveva fatto il giro del Paese. E quando a farsi avanti è stata la persona che lo aveva salvato affidarlo a lei è sembrata la scelta più naturale. “Il mio desiderio, a dire la verità, è sempre stato quello di adottare un vecchio cane, di quelli dimenticati in canile, per dargli gli ultimi anni di vita felice. Ma poi ho pensato che anche Fibi meritasse un risarcimento per la crudeltà dell’uomo. L’averlo trovato era un segno del destino”, ha raccontato ancora la signora. Intanto vanno avanti le indagini per identificare coloro che hanno quasi ucciso il cagnolino: al momento, purtroppo, non è ancora stato possibile identificare e consegnare alla giustizia i responsabili delle torture.

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