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Covid 19

Brusaferro: “Mascherine non riutilizzabili, rifiuti indifferenziati da incenerire”

“Studi in laboratorio hanno rilevato parti di virus nella parte interna delle mascherine dopo 7 giorni ” ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, durante l’audizione in Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti alla Camera. Per questo “non è consigliato il riutilizzo e neppure la sanificazione”, le mascherine “sono rifiuti urbani ed è consigliato l’incenerimento”.
A cura di Antonio Palma
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"Le mascherine vanno scelte in base ai diversi contesti, quelle sofisticate ad esempio non sono adatte a contesto domestico, quindi usare la mascherina appropriata per l'uso appropriato potrebbe essere uno slogan da utilizzare", è quanto ha dichiarato oggi il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, durante l'audizione in Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti alla Camera. Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, "non è consigliato il riutilizzo e neppure il ricondizionamento mentre può essere preso in considerazione l’uso prolungato" ha sottolineato Brusaferro, aggiungendo: "In particolari situazioni può essere necessario prendere in considerazione l’utilizzo prolungato delle mascherine chirurgiche per lo stesso utilizzatore, in quanto sembra mantengano una efficacia per un periodo di tempo che varia dalle 2 alle 6 ore".

Virus sulle mascherine anche dopo 7 giorni

Anche per quanto riguarda le altre mascherine di comunità "dipende dal materiale con cui sono realizzate" ma in generale "l’orientamento è quello di considerare le attuali mascherine, prodotte con materiali diversi difficilmente sanificabili, come non lavabili e non riutilizzabili", anche perché "uno studio in laboratorio ha rilevato parti di virus nella parte interna delle mascherine dopo 7 giorni dall'inoculo" ha ricordato Brusaferro. "Ad oggi, sulla base dei diversi materiali impiegati per lo strato filtrante, per gli elementi strutturali e per gli accessori, non è consigliato né il riutilizzo e neppure la decontaminazione a causa della rapida degradazione già in fase d’impiego, mentre il riciclo risulta estremamente difficoltoso". Non bisogna dimenticare che il riutilizzo "richiede un ricondizionamento e una manipolazione in condizioni di sicurezza che se non correttamente eseguiti potrebbero aumentare il rischio di infezione".

Tecniche di sanificazione non garantiscono sicurezza delle mascherine

"In merito alla possibilità di ricondizionare i dispositivi monouso per il loro riutilizzo, sono stati proposti alcuni sistemi di bonifica basati sull’utilizzo del calore secco che pur dimostrando l’efficacia nei confronti di alcuni virus e superando i test di performance presentano elementi di incertezza che necessitano ulteriori approfondimenti", Mentre sulla possibilità del lavaggio e della sanificazione da parte dell’utilizzatore "le procedure applicate non standardizzate non consentirebbero di verificarne il mantenimento delle caratteristiche di sicurezza e di performance iniziali con possibili rischi per l’utilizzatore stesso", ha chiarito il presidente dell'Iss.

"Consigliato l'incenerimento"

Trovare "questo giusto mix" tra riutilizzo ed efficacia e sicurezza è "una delle sfide tecnologiche ci attendono"  ha ricordato Brusaferro. Ad oggi però le mascherine attualmente in commercio "possono essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati", ha affermato Brusaferro, confermando che "le mascherine sono rifiuti urbani ed è consigliato l'incenerimento".

"Non esagerare con eccessiva disinfezione"

Secondo il numero uno dell'Iss, sempre in tema di precauzioni dal contagio, non bisogna nemmeno esagerare con una eccessiva disinfezione delle superfici. "Laddove le superfici sono mantenute pulite, il virus è facilmente inattivabile, ma dobbiamo stare attenti a non esagerare. Le disinfezioni possono provocare effetti indesiderati se usate in modo estensivo e intensivo. Perché un eccesso di disinfettanti arriva negli scarichi ed entra in ciclo" ha ricordato infatti l'esperto.

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