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Blitz in Salento contro la Sacra Corona Unita, arrestato anche un finanziere “corriere della droga”

Un finanziere in servizio a Brindisi è stato arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia della Dda di Lecce: 16 le misure cautelari disposte dal gip. Il militare custodiva in casa 5 kg di cocaina e 300mila euro in contanti.
A cura di Chiara Ammendola
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Alcuni frame delle indagini dei carabinieri
Alcuni frame delle indagini dei carabinieri

C'è anche finanziere tra le persone arrestate questa mattina nell'ambito dell'operazione "Filo di Arianna" che ha portato a un blitz antimafia da parte dei carabinieri del Ros di Lecce nei confronti della Sacra Corona Unita. Si tratta di Gerardo Civino, 44 anni, appuntato della guardia di finanza originario di Monteroni, in provincia di Lecce e in servizio presso il comando di Brindisi.

Il militare delle Fiamme gialle è stato arrestato in flagranza di reato, assieme ad un'altra persona, con l'accusa di detenzione di droga nell'ambito delle perquisizioni disposte nell'inchiesta della Dda di Lecce. L'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, Laura Liguori, ha portato al fermo di 16 persone, indagate a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, rapina e trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita aggravata.

I due arresti in flagranza sono scattati dopo la scoperta di 5 chili di cocaina e della somma in contanti di 300mila euro, ritenuta provento dello spaccio della droga. In questo troncone d'inchiesta sono indagate complessivamente 47 persone. Secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip, il finanziere custodiva gli stupefacenti nella propria abitazione, luogo in cui avveniva anche il taglio e successivamente il confezionamento.

Il militare, inoltre, provvedeva alla lavorazione dell'eroina per poi venderla. Avrebbe poi anche agito da talpa, oltre che da corriere della droga, rivelando segreti di ufficio su indagini in corso così da favorire le azioni criminose del gruppo, arrivando addirittura a coltivare assieme ad altri due indagati una maxi piantagione di marijuana (1.500 piante), realizzata in un terreno in suo possesso nelle campagne di Arnesano, in grado di produrre quasi 200 chili di sostanza stupefacente.

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