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Bimbo annegato in piscina: “Ha tentato in tutti i modi di uscire dall’acqua, nessuno se n’è accorto”

Sotto inchiesta per omicidio colposo il responsabile della società che gestisce l’impianto di Aosta, tre bagnini e l’adulto che accompagnava Mohssine. Accogliendo la richiesta del pm Luca Ceccanti, il gup di Aosta Giuseppe Colazingari ha rinviato tutti e cinque a giudizio per i fatti avvenuti nel giugno 2017.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuovi aggiornamenti sulla tragica vicenda di Mohssine Ezzamal, il bambino di Aymavilles annegato a otto anni, il 16 giugno 2017, nella piscina regionale di Aosta. Il gup Giuseppe Colazingari ha rinviato a giudizio cinque persone accusate di omicidio colposo. A dovere rispondere davanti ai giudici sono il responsabile della società che gestisce l’impianto Regisport; tre bagnini che erano in servizio quel giorno; l’adulto che aveva accompagnato Mohssine in piscina. Gli avvisi di garanzia erano scattati dopo gli esiti dell’autopsia fatta sul corpo del bambino dal medico legale. L’esame ha consentito di confermare che la morte fu causata da annegamento: le ferite sulle dita e sulle unghie del ragazzino oltre ad altri elementi avevano infatti consentito di ricostruire almeno in parte gli eventi che hanno portato alla tragedia, facendo ipotizzare profili di responsabilità legati alla vigilanza del minore. Mohssine non sapeva nuotare e aveva tentato con tutte le forze di uscire dall'acqua ma nessuno se n'era accorto.

Mohssine annegato nella piscina comunale di Aosta

Il bambino, quel venerdì pomeriggio di inizio estate, era assieme a uno dei suoi fratelli e a un volontario che li aveva accompagnati alla piscina scoperta ad Aosta. Dopo essersi tuffato nella vasca grande, non è più riemerso. Dalle indicazioni emerse in sede di indagine, il piccolo avrebbe lottato per “alcuni minuti” poi, venute meno le energie, sarebbe affogato. Solo a quel punto è scattato l’allarme, lanciato da un ragazzo che ha notato il corpicino immobile immerso nell’acqua. Sono intervenuti prima i bagnini – che hanno anche utilizzato il defibrillatore della vicina bocciofila – e poi il 118 che ha trasportato Mohssine in ospedale, dove però il bambino è deceduto. La vicenda aveva suscitato molta emozione, con anche l’avvio di una catena di solidarietà – dalla scuola di Chevrot ad associazioni fino allo Stade Valdôtaine di rugby – attorno alla famiglia Ezzamal per contribuire alle spese necessarie a riportare la salma di Mohssine in Marocco per i funerali.

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