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Bimbi nati nel sud Italia hanno 4 anni in meno di aspettativa di vita in buona salute

Secondo la nuova edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia presentato Save The Children, nel nostro Paese oggi chi è nato nelle regioni del sud ha quasi 4 anni in meno di aspettativa di vita in buona salute rispetto a chi è nato al nord.
A cura di Antonio Palma
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In Italia persiste una accentuata disuguaglianza territoriale sia a livello socioeconomiche che culturale e di accesso alle cure sanitarie che si traduce in un forte squilibrio tra nord e sud sull’aspettativa di vita delle persone e soprattutto sulla speranza di vita in buona salute dei più piccoli. Secondo la nuova edizione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio in Italia presentato Save The Children, infatti, nel nostro Paese oggi chi è nato nelle regioni del sud ha quasi 4 anni in meno di aspettativa di vita in buona salute rispetto a chi è nato al nord.

Un gap che appare ancora più marcato se si confrontano i dati di singole province di nord e sud come ad esempio quelle calabresi e trentine. Ad esempio, se in media, in Italia, una neonata nata nel 2020 aveva di fronte a sé una speranza di vita in buona salute di 60,1 anni, una bimba nata in Calabria ne aveva soltanto 52,7 mentre una bimba nata in Trentino ne aveva 12,5 di più (65,2).

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Nel dettaglio, se alla nascita un bimbo del nord est ha una aspettativa di vive in buona salute fino a 63,2 anni, al Centro è di 62,2 e al nord ovest di 61 mentre al sud il dato scende drasticamente a 59 anni e nelle Isole a 58,8

Ancora più nello specifico, un bambino che nasce a Caltanissetta ha 3,7 anni in meno di aspettativa di vita rispetto a chi è nato a Firenze mentre la speranza di vita in buona salute segna un divario di oltre 12 anni tra Calabria e provincia di Bolzano. Tra le bambine la forbice è ancora più ampia, 15 anni in meno in Calabria rispetto al Trentino.

Come sottolinea Save The Children presentando la XIII edizione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio in Italia 2022, i motivi sono molteplici. Si va daa scarsità dagli asili nido, che sono uno strumento impareggiabile per la riduzione delle disuguaglianze già nella prima infanzia, all’inquinamento, dall’Obesità o povertà alimentare con l’importanza delle mense scolastiche al fondamentale accesso alle cure sanitarie. Basta indicare che i servizi per la prima infanzia finanziati dai comuni al sud sono tutti sotto la media nazionale mentre i bimbi che hanno accesso alle mense scolastiche al sud son infinitamente inferiori.

Infine le disuguaglianze si evidenziano ad esempio nella mobilità sanitaria: se un bambino che vive nel Mezzogiorno si ammala, il rischio di dover migrare in altre regioni per curarsi è più elevato del 70% rispetto a quello di un bambino che vive nel Centro o nel Nord Italia. La pandemia covid inoltre ha sottoposto il sistema sanitario ad un drammatico stress-test che ha fatto esplodere criticità stratificate negli anni e divari territoriali gravi.

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