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Biella, si lancia dalla finestra 17 giorni dopo il tentato suicidio del figlio: morta 77enne

Il tragico gesto venerdì sera. Una donna si è lanciata dalla finestra della casa di riposo, nella provincia di Biella, dove era stata ricoverata dopo l’incendio appiccato dal figlio che, a sua volta, aveva tentato il suicidio cospargendosi di benzina, il primo maggio scorso. Annamaria Beccaro aveva 77 anni.
A cura di Susanna Picone
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Annamaria Beccaro, una donna di settantasette anni di Bioglio, una piccola cittadina nella provincia di Biella, si è tolta la vita lanciandosi da una finestra della casa di riposo in cui era ricoverata a Viverone. Un drammatico gesto compiuto venerdì sera dopo aver resistito poco più di due settimane in quella struttura che la ospitava da quando suo figlio, il quarantaseienne Cornelio Zanarotto, a sua volta aveva tentato il suicidio. La donna non avrebbe retto al dolore del tentato suicidio del figlio, ancora ricoverato in gravi condizioni, e così diciassette giorni dopo ha messo fine alla sua vita. Il primo maggio scorso il figlio, un uomo che soffre di disturbi psichiatrici, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco: il quarantaseienne, stando a quanto ricostruito, avrebbe compiuto il tragico gesto perché gli era stata ritirata la patente e temeva di non poter più lavorare come giardiniere per una Onlus. Aveva scoperto infatti che non gli avrebbero rinnovato la patente.

La mamma era stata trasferita nella casa di riposo perché la casa era inagibile – Nel rogo era stata incendiata anche la casa, poi dichiarata inagibile, dove l’uomo viveva con la settantasettenne, a sua volta rimasta intossicata. Da qui il ricovero della mamma in una casa di riposo a Viverone. Dopo il tentato suicidio l’uomo è stato ricoverato al Centro Grandi ustionati del Cto di Torino e le sue condizioni sono ancora gravissime. Come ricordano i quotidiani locali, la famiglia di Zanarotto era stata seguita dai volontari del Comune di Bioglio che avevano preso in carico anche la casa. Il sindaco del paese, Stefano Ceffa, era stato nominato curatore. Purtroppo "non è bastata la vicinanza dei familiari, gli aiuti del personale specializzato e dei volontari del comune della Valle di Mosso – così il sindaco -. A volte la sofferenza prevale su tutti i tentativi".

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