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Bialetti a rischio, la storica azienda della moka messa in ginocchio da cialde e capsule

Lo storico gruppo dell’omino con i baffi da alcuni mesi continua a perdere ricavi e ha raggiunto un indebitamento di oltre 40 milioni di euro tanto da far temere per la stessa continuità aziendale della società. L’azienda parla di contrazione dei consumi e situazione di tensione finanziaria e punta ad una ristrutturazione complessiva del debito.
A cura di Antonio Palma
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Per anni è stata l'emblema del caffè all'italiana, compagna di tutti i risvegli degli italiani a casa, eppure oggi quell'azienda che ha rivoluzionato il modo di preparare la bevanda scura rischia seriamente di non esserci più. Stiamo parlando della Bialetti, il famoso brand dell'omino con i baffi,  che nei giorni scorsi ha annunciato di aver chiuso il semestre scorso con una perdita netta di 15,3 milioni di euro, con un calo dei ricavi di oltre il 12%, che vanno a sommarsi al rosso da 1,6 milioni riportato nello stesso periodo dell'anno scorso. Risultati davvero drammatici dal punto di vista economico tanto che la società di revisione dei conti ha dichiarato l’impossibilita di esprimere un giudizio" sul bilancio consolidato semestrale. Secondo la stessa Bialetti,  la decisione è stata presa "in ragione di alcuni elementi di incertezza che possono determinare l’insorgenza di dubbi circa la stessa continuità aziendale della società"

In effetti come spiega un comunicato del gruppo Bialetti Industrie Spa, al 30 settembre l'azienda "registra una liquidità di 520mila euro e un indebitamento di 40 milioni di euro" tanto che molti dipendenti non sono stati pagati  e il gruppo vanta debiti per stipendi per 590 mila euro. Sempre secondo Bialetti, il risultato economico così negativo "risente principalmente della generale contrazione dei consumi registratasi sul mercato interno ed estero nonché della situazione di tensione finanziaria che ha determinato ritardi nell’approvvigionamento, nella produzione e nelle consegne di prodotti destinati alla vendita sia nel canale retail che nel canale tradizionale, lasciando inevasi significativi quantitativi di ordini di vendita già acquisiti in quest’ultimo canale".

Eppure secondo gli esperti questo crollo va ad innestarsi in una crisi aziendale che va avanti già da tempo innescata anche dall'avvento dei sistemi alternativi rispetto alla tradizionale moka anche in casa, come cialde e capsule. Difficoltà molto ben note al gruppo, fondato nel 1919 ma diventato celebre proprio con l'invenzione della moka di Renato Bialetti a cui è ispirato il famoso brand dell'omino con i baffi. Dopo vari analisi di mercato e contatti, lo scorso 10 ottobre infatti la società aveva annunciato che il fondo Och-Ziff Capital avrebbe investito in Bialetti 35 milioni di euro nel contesto di una ristrutturazione complessiva del debito.

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