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Peter Neumair e Laura Perselli uccisi a Bolzano

Benno Neumair, l’ex fidanzata: “Manipolatore e bugiardo, si iniettò sangue sottopelle e mi minacciò”

Secondo l’ex fidanzata di Benno Neumair, il giovane 30enne che ha ucciso i genitori a Bolzano nel gennaio 2021 e ne ha poi occultato il cadavere, ha una personalità manipolatoria. “Mentiva di continuo, non mangiava per giorni e si iniettò il sangue sottopelle per farmi credere di essere stato aggredito. Ho paura di lui”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo l'ex fidanzata e convivente, Benno Neumair aveva comportamenti manipolatori e più di una volta sarebbe ricorso a gesti estremi per evitare che la ragazza si allontanasse da lui. Nandine, infermiera di Nuova Ulma, in Baviera, ha dipinto così il 30enne che ha ucciso e poi occultato il cadavere dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli a Bolzano nel mese di gennaio 2021. La giovane è stata sentita come testimone al processo davanti alla Corte d'Assise. Il caso è già risolto per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica, con la confessione dello stesso 30enne. Quello che dovrà stabilire il processo, però, è se Benno fosse capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. Secondo la perizia psichiatrica svolta in fase di indagine, il 30enne sarebbe stato seminfermo di mente quando ha ucciso il padre Peter, ma assolutamente lucido poco più tardi, quando allo stesso modo ha ucciso la madre Laura appena tornata a casa. per questo motivo sono state chiamate a testimoniare diverse persone che possano descrivere attraverso i ricordi la personalità di Benno.

Quello che è emerso dalla testimonianza di Nandine è un uomo lucido nella pianificazione delle sue reazioni, ma instabile davanti alla perdita del controllo. "Convivere con lui era difficile – ha raccontato la ragazza -. Mi prendeva i soldi di nascosto e mentiva di continuo". L'infermiera ha raccontato di aver conosciuto Benno su Tinder nel settembre del 2019. Dopo alcuni mesi, il 30enne si era trasferito a casa sua. I primi mesi di relazione erano stati tranquilli, poi però qualcosa era cambiato. Benno aveva iniziato ad avere sbalzi d'umore, disturbi del sonno e disordini alimentari. "A marzo ha digiunato per 9 giorni – ha spiegato -. Beveva solo the e acqua, poi mangiava solo broccoli e miglio. Mi sono accorta solo a un certo punto di strane spese in un negozio di alimentari biologici fatte con il mio bancomat. Diceva di non saperne nulla, ma poi in soffitta ho trovato delle scorte di cibo. Ho fatto denuncia contro ignoti e abbiamo litigato furiosamente. Alla fine abbiamo deciso di riprovarci".

Benno (foto Facebook)
Benno (foto Facebook)

Solo due giorni dopo quel punto e accapo alla loro storia, Benno le aveva telefonato dicendo di essere stato aggredito da un suo amico. L'infermiera aveva quindi chiesto informazioni al giovane accusato, che però aveva negato tutto. "Sua madre mi ha detto di non tornare a casa da sola, ma di chiamare la polizia e l'ambulanza – ha raccontato Nandine -. Io non l'ho ascoltata, ho parcheggiato la macchina in un posto che non era mio per avere la scusa di scendere a spostarla. Ho trovato Benno in bagno, in mano aveva un coltello per sfilettare il pesce. Lo aveva all'altezza del viso, puntato verso l'alto. In volto aveva delle ferite puntiformi e in tono molto agitato mi ha detto di esser stato picchiato dal mio amico. Gli ho detto che gli credevo e l'ho fatto parlare. Solo così sono riuscita a riportare il coltello in cucina, poi ci siamo seduti sul pavimento e gli ho fatto delle foto dicendogli che sarebbero servite per sporgere denuncia per aggressione. Lui ci ha creduto e dopo un po' si è calmato. A quel punto sono scesa a spostare la macchina". In auto, Nandine aveva richiamato Laura Perselli e poi la Polizia, arrivata con un'unità speciale. Il 30enne era stato sottoposto a un ricovero coatto in psichiatria. "Lì ha ammesso come si era procurato le ferite. Si è prelevato del sangue, iniettandoselo all'angolo dell'occhio e della bocca, abradendosi la pelle con carta smerigliatrice".

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Al momento delle dimissioni, Nandine aveva organizzato per lui un viaggio in treno fino a Innsbruck dove sarebbe andato a prenderlo suo padre Peter. "Alla stazione c'era molta gente e mi sentivo sicura. Ho aspettato il treno con Benno, ma a pochi minuti dalla partenza ha iniziato a urlare e mi ha minacciato. Ha detto che non avrei più potuto dormire con la finestra aperta. Sapevo che era vero perché già una volta era entrato così dicendo di aver dimenticato le chiavi. Quando è salito sul vagone ha iniziato a tempestarmi di telefonate prima per "darmi la colpa di tutto" e poi per chiedermi scusa. Ha continuato a cercarmi anche nei mesi successivi, fino alla mail del 28 luglio, nella quale diceva di sapere perché fosse così malato". In quell'occasione, Benno aveva dato la colpa al verme solitario. In allegato alla mail, gli esami a nome di Benedetto Perselli Neumair, il suo vero nome.

L'ultimo contatto tra i due è avvenuto il 15 gennaio, undici giorni dopo l'omicidio dei genitori. "Mi aveva chiesto di telefonargli. Io non gli avevo mai dato il mio nuovo numero, lo avevo dato solo a sua madre. Lui invece mi ha risposto di averlo e che non mi avrebbe chiamato solo come gesto di gentilezza nei miei confronti. Ora ho paura di lui".

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