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Bari, agente penitenziario si uccide in auto con pistola ordinanza: “Sono vittima di bullismo”

La tragedia è avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì quando in un’auto parcheggiata nei pressi del cimitero di Bitritto, nel barese, i carabinieri hanno rinvenuto il corpo senza vita di un agente di polizia penitenziaria che si era appena tolto la vita. L’agente si sarebbe confidato con un amico raccontando di essere vittima di bullismo.
A cura di Antonio Palma
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Drammatica scoperta nelle scorse ore nella città metropolitana di Bari: in un'auto parcheggiata nei pressi del cimitero di Bitritto i carabinieri hanno rinvenuto il corpo senza vita di un agente di polizia penitenziaria che si era appena tolto la vita con un colpo di pistola alla testa. La tragedia è avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì e ha sconvolto colleghi, parenti e amici dell'uomo, nessuno dei quali sembra avesse mai sospettato di un possibile gesto estremo. Il poliziotto di 56 anni, originario di Bitritto e da molti anni in servizio nella casa di reclusione di Turi, non era sposato: si è tolto la vita sparandosi un colpo con la pistola di ordinanza. I militari hanno notato la macchina ferma per strada, con il corpo accasciato sul volante, in una pozza di sangue.

"Siamo sconvolti. L’uomo era benvoluto da tutti, allegro e simpatico. Non era sposato ed assisteva i genitori, entrambi con grave handicap. Nessuno mai ha percepito un suo disagio" ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del SAPP, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, aggiungendo: "Fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dal poliziotto. Ripeto: i colleghi mi riferiscono che nessuno aveva percepito un suo eventuale disagio ma sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della Giustizia sono in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta"

Secondo quanto racconta Repubblica, però, l'assistente capo della polizia penitenziaria di recente si sarebbe confidato con un amico raccontando di essere vittima di bullismo. “Sono vittima di bullismo. Ce l’hanno con me" avrebbe raccontato l'uomo dando segni di un malessere psicologico molto pesante di cui però nessuno pare si sia preoccupato: nessuno infatti  pensava che quel disagio potesse sfociare in un tragico gesto

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