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Bambini non vaccinati, i presidi avvertono: “Lunedì niente scuola, nessuna eccezione”

Nei nidi e nelle materne dal 12 marzo non si entra se non in regola coi vaccini. È stata data ampia comunicazione ai genitori che hanno avuto tutto il tempo per mettersi in regola”, hanno spiegato dell’Associazione nazionale presidi, ricordando che i dirigenti devono far rispettare il divieto altrimenti potrebbero incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio.
A cura di Antonio Palma
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Non ci sarà nessuna eccezione né tanto meno una proroga per i bambini che non siano stati vaccinati in base a quanto prescrive la legge: lunedì non potranno entrare nei nidi e nelle scuole materne. A metterlo in chiaro ancora una volta è il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, dopo la scadenza del termine  per la presentazione dei documenti che era stato fissato al 10 marzo. "I bimbi delle scuole materne o dei nidi non in possesso della documentazione che comprovi l'avvenuta vaccinazione o la prenotazione per adempiere all'obbligo non potranno entrare nelle scuole", ha spiegato Giannelli parlando con l'Ansa, ricordando inoltre che i presidi sono obbligati dalla legge e nel caso non facciano rispettare il divieto "potrebbero incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio".

Da lunedì, dunque, i presidi potranno convocare le famiglie coi bambini non in regola con le vaccinazioni o trasmettere loro una comunicazione scritta spiegando che non potranno entrare finché la loro situazione non sarà regolarizzata. Il divieto riguarda tutti i bambini sotto i sei anni che non sono stati vaccinati o che non sono in lista d'attesa per esserlo. "C’è una legge dello Stato e i presidi hanno l’obbligo di farla rispettare", ha ribadito anche la responsabile delle relazioni istituzionali dell’Associazione nazionale presidi Licia Cianfriglia, sottolineando che le scuole hanno dato "ampia comunicazione ai genitori, che hanno avuto tutto il tempo per mettersi in regola".

La procedura prevede che "il dirigente scolastico notifichi ai genitori entro il 20 marzo l'obbligo di mettersi in regola e qualora ciò non dovesse avvenire l'Asl comminerà agli stessi una sanzione amministrativa", ha spiegato Giannelli, ammettendo però che "tutto ciò è assolutamente lacerante" per i dirigenti scolastici.  "Sono cose che abbiamo già denunciato e ribadisco che noi presidi, insieme alle scuole, non siamo i gendarmi della burocrazia", ha sottolineato il presidente dell'Associazione presidi. I dirigenti inoltre nei prossimi giorni saranno alle prese con grossi problemi burocratici che rischiano di intasare le scuole.

Il problema è che nelle regioni che hanno adottato l'anagrafe vaccinale le scuole ricevono direttamente dalle Asl la situazione relativa a quanti sono in regola con le vaccinazioni e tutto è più semplice, ma la procedura si complica dove questa non c'è e deve essere la scuola a dover raccogliere la documentazione dalle famiglie. "Come avevamo ampiamente denunciato ci muoviamo in una situazione di grande incertezza", osserva Giannelli, aggiungendo: "La legge parlava molto chiaro e in alcune regioni sarebbe dovuto partire il sistema informatizzato per l'anagrafe vaccinale, ma ciò non è accaduto e questo certamente non aiuta; a questo punto con i certificati cartacei il rischio intasamento nelle scuole è molto forte". "È evidente che dopo la promulgazione, mesi fa, della legge sull'obbligo vaccinale si poteva fare di più e meglio. C'è da chiedersi perché in molti territori non sia stato attivato un sistema informativo. La legge risponde a un principio di civiltà, perché gli indici di mortalità su alcune patologie erano diventati preoccupanti. Ora però c'è una situazione di confusione e incertezza e questo è inaccettabile", ha concluso Giannelli.

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