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Attentato ad Antoci, commissione Antimafia siciliana: “Ipotesi mafiosa la meno plausibile”

Versione dei fatti troppo contrastanti e soprattutto comportamenti senza spiegazioni plausibili, è quanto ha sottolineato la commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana nella sua inchiesta a tre anni dal fallito agguato a colpi di arma da fuoco all’ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci .
A cura di Antonio Palma
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Non c'è nessuna certezza che l'attentato all'ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci  sia di natura mafiosa e anzi "delle tre ipotesi il fallito attentato mafioso con intenzioni stragiste appare la meno plausibile".  A questa conclusone è arrivata l'inchiesta della commissione Antimafia dell'Assemblea Regionale Siciliana a tre anni dal fallito agguato a colpi di arma da fuoco avvenuto lungo la strada statale che collega San Fratello a Cesaro, nel Messinese, nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2016. Secondo la relazione della commissione regionale siciliana, infatti, le ipotesi sono tre:  "l'attentato mafioso fallito, l'atto puramente dimostrativo e la simulazione". I tutti i casi però Antoci sarebbe vittima, nelle prime due ipotesi perché nel mirino della mafia, nella terza perché strumento inconsapevole di una messa in scena. Quest'ultima però potrebbe essere la pista gusta , secondo la commissione, perché i tanti protagonisti di quella notte, dalla scorta agli agenti intervenuti dopo, hanno dato versione contrastanti e soprattutto messo in atto comportamenti senza spiegazioni plausibili.

"È impensabile che di un attentato di siffatta gravità nulla sapesse la criminalità locale né le famiglie di Cosa Nostra interessate al territorio nebroideo (stando ai risultati delle intercettazioni ambientali e al lavoro di intelligence investigativa)" scrive la Commissione, mettendo poi in risalto le tante contraddizioni dei presenti le cui versioni differiscono sul numero di aggressori, il numero di spari, la fuga e misure di contrasto all'agguato messe in atto dalla scorta. "Non è plausibile che quasi tutte le procedure operative per l’equipaggio di una scorta di terzo livello, qual era quella di Antoci, siano state violate (l’auto blindata abbandonata, la personalità scortata esposta al rischio del fuoco nemico, la fuga su un’auto non blindata, l’aver lasciato due agenti sul posto esposti ad una reazione degli aggressori…). Non è plausibile che gli attentatori, almeno tre non aprano il fuoco sui due poliziotti sopraggiunti al momento dell’attentato. Non è plausibile che, sui 35 chilometri di statale a disposizione, il presunto commando mafioso scelga di organizzare l’attentato proprio a due chilometri dal rifugio della forestale, presidiato anche di notte da personale armato" ricorda tra la altre cose la relazione

"Indagini più estese e soprattutto più coinvolgenti rispetto ad altri apparati di forze dell’ordine avrebbero potuto contribuire a fornire alcune risposte che mancano. Su altri punti, tutti dirimenti, la non plausibilità dei comportamenti resta invece senza spiegazioni" aggiunge la relazione auspicano che "su questa vicenda si torni ad indagare (con mezzi certamente ben diversi da quelli di cui dispone questa Commissione)  per un debito di verità che va onorato. Qualunque sia la verità".

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