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Arresto Prefetto Cosenza, l’imprenditrice che ha denunciato: “Sto dalla parte dello Stato”

Parla Cinzia Falcone, l’imprenditrice dalla cui denuncia è scaturito l’arresto del prefetto di Cosenza Paola Galeone posta ai domiciliari per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità: “Il giorno prima avevo ascoltato l’intervista al procuratore Gratteri in cui invitava i calabresi a ribellarsi e questo ha determinato in me ulteriormente la volontà di dissentire e dire no a una ingiusta richiesta”.
A cura di Susanna Picone
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“Non avrei potuto fare diversamente. Da tempo sono impegnata nel sociale e spesso mi è capitato di pronunciare frasi del tipo:'in questa terra dobbiamo scegliere da che parte stare da subito!'. Ecco, questa volta, ho capito che toccava a me". A pronunciare queste parole, all’indomani dell’arresto del prefetto di Cosenza Paola Galeone, è Cinzia Falcone, l'imprenditrice dalla cui denuncia è scaturita l’indagine che ha portato al provvedimento. Paola Galeone è ai domiciliari per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. È accusata di aver indotto Falcone, titolare di una scuola di inglese locale, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell'associazione Animed, a fare una fattura falsa da 1220 euro per sfruttare un fondo della Prefettura per le spese di rappresentanza. All’imprenditrice aveva proposto di dividere poi quei soldi. Falcone ha solo finto di accettare la proposta e si è presentata in Questura per denunciare tutto. Sono partite le indagini e gli investigatori della Mobile hanno organizzato insieme all’imprenditrice lo scambio in modo da poter documentare tutto. Per la consegna del denaro l’appuntamento è stato fissato il 28 dicembre in un bar del centro e nella busta destinata a Galeone sono finite fotocopie di banconote. La conversazione è stata registrata e le telecamere piazzate dalla Mobile hanno filmato lo scambio. Quando poi Galeone è uscita dal bar sono intervenuti gli investigatori.

L'imprenditrice che ha fatto arrestare il prefetto: "Non ho esitato a denunciare" – "Passare dalle parole ai fatti – ha detto Cinzia Falcone in una intervista alla Gazzetta del Sud – non è semplice soprattutto quando ci si trova davanti ad un prefetto della Repubblica. Il giorno prima, però, avevo ascoltato l'intervista al procuratore Gratteri in cui invitava i calabresi a ribellarsi e questo ha determinato in me ulteriormente la volontà di dissentire e dire no a una ingiusta richiesta". "Sono consapevole – ha aggiunto ancora l’imprenditrice – che esistono poteri forti ma sono consapevole anche che esiste uno Stato forte. Io ho scelto di stare dalla parte dello Stato". Falcone ha detto di aver conosciuto l’ex prefetto quando si è insediata: “Poi, in occasione della giornata internazionale della violenza contro le donne mi è stato proposto, visto l’impegno nel settore con la mia associazione Animed, di collaborare alla realizzazione di un evento occupandomi di contattare le scuole e di moderare la manifestazione. Cosa che ho fatto senza compenso alcuno. Ero fiera che la Prefettura, dunque lo Stato, ci avesse coinvolti in questo incontro”. E ha parlato della delusione provata quando lei le ha proposto l’accordo: “Mi sono di colpo sentita azzerare la stima che avevo sempre nutrito nei confronti dei rappresentanti dello Stato. Ho poi pensato che si trattava solo di una persona e non dello Stato”, ha detto sottolineando di non aver capito subito che le era stato proposto qualcosa di illegale. “Fino a quel momento – ha spiegato ancora l'imprenditrice – avevo sempre ammirato e nutrito stima per la dottoressa Galeone. Ma il confronto con la mia famiglia mi ha aiutato, invece, a capire la gravità di quanto mi era stato proposto. E non ho esitato a denunciare”.

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