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Arrestato Maurizio di Marzio, preso l’ultimo ex terrorista italiano latitante in Francia

Arrestato nelle scorse ore Maurizio Di Marzio, ex brigatista rosso di cui l’Italia da anni richiedeva l’estradizione dopo una condanna per atti di terrorismo commessi negli anni ’80. Di Marzio era stato l’unico a sfuggire al provvedimento contro 10 ex terroristi italiani in Francia scattato nell’aprile scorso.
A cura di Antonio Palma
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Preso l'ultimo ex terrorista italiano che era ancora latitante in Francia: è stato arrestato nelle scorse ore Maurizio Di Marzio, ex brigatista rosso di cui l’Italia da anni richiedeva l’estradizione dopo una condanna in contumacia per atti di terrorismo commessi negli anni '80. Di Marzio, che per anni ha abitato a Parigi senza nascondersi dopo l’asilo politico ricevuto grazie alla dottrina Mitterrand, gestendo tra le altre cose anche un ristorante, è stato fermato questa mattina dalla polizia francese proprio nella capitale transalpina. L’ex terrorista rosso era finito già nel mirino delle autorità nell’aprile scorso ma era sfuggito alla cattura sostenendo che la sua pena era prescritta.

Era il 28 aprile 2021, quando, nell’ambito dell’operazione "Ombre rosse", su richiesta dell’Italia e con il consenso dello stesso Eliseo, la polizia francese fece scattare il blitz contro 10 ex terroristi italiani, già condannati per atti di terrorismo nel nostro Paese. Per nove di loro, dopo le procedure, era scattata la libertà vigilata con vari obblighi in attesa di una decisione sulla richiesta di estradizione, mentre Di Marzio era stato l’unico a sfuggire al provvedimento. A far scattare il nuovo ordine di arresto nei suoi confronti, eseguito oggi, è stato il provvedimento della Corte d'Assise di Roma depositato l'8 luglio scorso in cui si stabilisce che non è ancora prescritta la sua pena. Lo fanno sapere fonti del ministero della Giustizia.

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Il nome di Di Marzio, oggi 63enne, è legato all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma, Enzo Retrosi, nel 1981, e soprattutto al tentato sequestro del vicecapo della Digos della capitale Nicola Simone, il giorno dell’Epifania del 1982, finto poi col ferimento del dirigente di polizia. In Italia è stato condannato per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina per cui doveva scontare ancora cinque anni e nove mesi di reclusione. A Panorama, anni fa, ammise di aver commesso “un mare di sciocchezze” che non ripeterebbe, anche se “prima di giudicare bisogna considerare il contesto”. Si definiva cambiato dopo essersi rifatto una vita in Francia sostenendo però di sentirsi perseguitato in quanto “Ho già scontato sei anni di carcere” e “non ho mai ucciso nessuno”..

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