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Covid 19

Arcuri: “Eravamo disarmati, ho dovuto decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”

“Non auguro a nessuno mai di trovarsi nelle condizioni di decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”, è quanto ha affermato il commissario all’emergenza Domenico Arcuri ripercorrendo i primi giorni di emergenza coronavirus in Italia con la mancanza di ventilatori polmonari e posti in terapia intensiva. “.
A cura di Antonio Palma
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“Nelle prime notti eravamo completamente disarmati e i pochi ventilatori io dovevo decidere in quale luogo d’Italia mandarli e non auguro a nessuno mai di trovarsi nelle condizioni di decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”, è quanto ha affermato il commissario all'emergenza Domenico Arcuri, ripercorrendo i primi giorni di emergenza coronavirus in Italia con la mancanza di ventilatori polmonari e posti in terapia intensiva. “Questa esperienza non di deve più ripetere, non dobbiamo dimenticare quanto è successo” ha aggiunto Arcuri intervenuto a ‘Mezz'ora in più” su Raitre, ricordando che per questo sono state costruiti oltre 6mila posti letto in terapia intensiva per evitare che quei momenti drammatici possano tornare e che “il prossimo che sia al mio posto debba trovare dii fronte alla stessa scelta".

Mascherine ora sufficienti

Arcuri ha ricordato anche la scarsità di dispositivi di protezione individuale come le mascherine persino negli ospedali e per gli operatori sanitari. "I primi giorni dopo il mio incarico, facevamo fatica anche a mandare le mascherine anche al personale sanitario e a chi era in prima linea. In questi 80 giorni ne abbiamo distribuite oltre 390 milioni e ora ne abbiamo una quantità largamente sufficiente” ha dichiarato il Commissario, ribadendo che oggi “Facciamo in modo che le farmacie e la grande distribuzioni possano venderle al prezzo giusto” anche perché “smettiamo di dipendere dalle importazioni e oltre il 50% dei nostri ordini è eseguito con aziende italiane”.

Emergenza finirà solo col vaccino

“Nessun paese era preparato a gestire questa emergenza e ciascuno ha agito come ha potuto, ma gli italiani sono stati straordinari e in 80 giorni hanno permesso che riuscissimo a iniziare una nuova fase” ha aggiunto ancora Arcuri, proseguendo: “Le polemiche politiche meglio relegarle in un cassetto. La gestione pubblica dell'emergenza è stata criticata, ma non si è considerato il tempo e spesso le critiche erano distanti dalla realtà". "Questa emergenza per ora comunque non finirà” ha affermato Arcuri, spiegando che tutto sarà superato solo “quando verrà scoperto un vaccino e sarà prodotto in dosi sufficienti per rendere immuni tutti”. “Questa emergenza non va dimenticata in ogni caso avendo cura di capire che ci è richiesta la stessa responsabilità di prima” ha concluso Arcuri.

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