Anziani umiliati, legati alle carrozzine con lenzuola e lasciati senza cena: sigilli a casa di riposo
Legati alle carrozzine, picchiati e minacciati. È quanto hanno dovuto subire gli anziani ospiti di una struttura assistenziale e sanitaria di Sorso, in provincia di Sassari. Le violenze sono venute alla luce dopo una lunga e articolata inchiesta svolta dai militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (Nas) del capoluogo sardo, a seguito della quale sono state iscritte sei persone nel registro degli indagati con l'accusa di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione ed è stato disposto il sequestro preventivo della Rsa.
Due misure cautelari per l'amministratrice e una dipendente
Per due delle persone indagate, la responsabile legale della casa di riposo "Noli mi tollere", Maria Franca Lupino, 57 anni, e una dipendente, Emanuela Gaspa, 49 anni, è stato emesso dal gip Sergio De Luca un provvedimento di sospensione per 12 mesi dell'attività professionale, pubblica e privata. L'interrogatorio di garanzia delle due donne è previsto per il 29 agosto.
Violenze e condizioni igieniche precarie
Secondo quanto riferito da fonti legate alle indagini, a far partire le operazioni sono state le segnalazioni di altri dipendenti. Attraverso testimonianze dirette, intercettazioni ambientali e telefoniche, video e audio, attività di indagine durate circa tre mesi, le forze dell'ordine hanno scoperto le vessazioni messe in atto per anni dal personale ai danni di diversi ospiti della struttura.
Dalle prove raccolte dagli investigatori è emerso che gli anziani venivano insultati, legati alle carrozzine con le lenzuola, alcuni erano lasciati senza cena, rinchiusi nelle loro stanze dalle 13 fino al mattino successivo. Molti erano in condizioni igieniche precarie, costretti a girare nudi o con il solo pannolone addosso, il cibo era mal conservato e, secondo quanto raccontato dai testimoni, nella struttura mancavano riscaldamento, aria condizionata e acqua calda.
Indagine parallela per omicidio colposo
Lupino, insieme a un'altra dipendente, sarebbe inoltre indagata per abbandono di incapace dopo la morte di un'anziana con problemi di deglutizione. L'indagine parallela, che fa salire a 10 il numero degli indagati, è stata avviata dopo che un'ospite della struttura, che poteva essere nutrita solo con pasti liquidi, è deceduta lo scorso 10 maggio, soffocata dal cibo con cui era stata imboccata da un'assistente, poi allontanatasi per parlare al cellulare.