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“Alla famiglia finlandese dico: i prof italiani potrebbero mollare ma la nostra forza sono i ragazzi”

Mariella Lentini, insegnante di Siracusa, a Fanpage.it sulla lettera della pittrice finlandese Elin Mattsson che ha definito la scuola italiana “un disastro” e che per questo ha lasciato l’Italia con la famiglia: “Se dovessimo pensare agli stipendi degli insegnanti o alle scuole fatiscenti ci sarebbe da mollare la spugna. Invece la mia forza e quella della maggioranza dei docenti viene dai ragazzi”.
A cura di Ida Artiaco
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"La scuola italiana ha molti problemi, dalla dispersione scolastica alla sicurezza degli edifici ai bassi stipendi degli insegnanti. E andrebbe riformata. Ma io mi sforzo di vedere il positivo che c'è: siamo obbligati alla speranza altrimenti dovremmo mollare tutto".

Mariella Lentini è una insegnante di Siracusa. Nei giorni scorsi aveva scritto sui social un post in risposta alla lettera della pittrice finlandese Elin Mattsson, che aveva deciso di lasciare la Sicilia insieme ai figli e al marito a soli due mesi dal trasferimento, perché la scuola frequentata dai suoi ragazzi "era un disastro".

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Il che ha aperto un dibattito pubblico circa la situazione del sistema scolastico italiano, in cui sono intervenuti anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e il ministro dell'Istruzione e del Merito, Valditara. Intervistata da Fanpage.it, la prof. Lentini ha ribadito l'impossibilità di fare un paragone tra la scuola italiana e quella finlandese, a cui tuttavia bisogna guardare come un modello, e ha fatto un appello al Governo.

Professoressa, secondo lei quale è il più grande problema che si trova ad affrontare la scuola italiana?

"Ce ne sono vari. Prima di tutto vorrei dire che le differenze non ci sono solo con l'Europa, ma anche all'interno del nostro Paese ci sono due velocità. Sud e Nord vivono due situazioni completamente diverse. Da noi nel Mezzogiorno credo che una delle problematiche maggiori sia la dispersione scolastica, realtà con cui mi confronto tutti i giorni e che non esiste in Finlandia.

Per altro, in Nord Europa ci sono piccole comunità, per questo la signora nella sua lettera fa riferimento al fatto che i bambini a 7 anni vanno da soli e per lei è impossibile concepire come mai i genitori accompagnino i figli a scuola: lì è più semplice, mentre da noi con i problemi di criminalità che abbiamo c'è un approccio diverso anche da parte delle famiglie. Ma mi rendo conto anche di come la scuola sia un faro in quartieri come quello in cui lavoro io. Mi sforzo di vedere quello che di positivo c'è".

Cioè?

"Siamo obbligati alla speranza altrimenti dovremmo mollare tutto. Se dovessimo pensare agli stipendi degli insegnanti o alle scuole fatiscenti ci sarebbe da mollare la spugna. Invece la mia forza e quella della maggioranza degli insegnanti viene dai ragazzi.

La Finlandia investe dall'85 nel sistema scolastico e ora ne stanno vedendo i frutti. Io li ammiro ma questo sistema non può essere applicato all'Italia. Possiamo sicuramente imparare molto, anche perché se guardiamo ai modelli europei siamo molto indietro. Ma io da educatrice dico anche che due mesi sono pochi per comprendere il sistema scolastico e una società come quella di Siracusa".

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Il ministro Valditara ha affermato sempre in relazione alla lettera della Mattsson che i docenti italiani svolgono un lavoro eccellente nonostante gli stipendi bassi. Cosa ne pensa?

"Gli stipendi non sono adeguati, se ne parla molto in campagna elettorale poi finisce tutto nel dimenticatoio. Ci hanno dato degli arretrati a dicembre ma molto al di sotto delle aspettative. In quanto insegnante vorrei che i sindacati lavorassero di più anche per chi non è precario. Non si può fare un paragone con gli stipendi all'estero.

Non viene dato valore economico al nostro lavoro, per questo io personalmente lo cerco e lo vedo in quello che imparano i miei ragazzi. Abbiamo mezzi limitati ma non credo che applicare il modello di un altro paese al nostro sia la soluzione. Quando sento parlare di merito mi preoccupo perché dovremmo guardare a cosa più concrete".

Quando parla di "cose concrete" a che si riferisce?

"I governi passati e anche questo attuale non hanno investito nel futuro. Io ho speranza perché col futuro ci lavoro tutti i giorni però se questo lo capisse anche chi ci governa, che sarebbe un investimento per il paese e non solo per il singolo alunno, sarebbe meglio. Se non lo facciamo ora con i fondi del Pnrr, quando?".

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