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News sull'omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, i genitori chiedono di vedere il figlio in carcere: “Impauriti ma siamo la sua famiglia”

Delitto Scagni, i genitori di Alice chiedono di vedere il figlio Alberto in carcere. “Siamo spaventati e arrabbiati ma siamo la sua famiglia”
A cura di Gabriella Mazzeo
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I genitori di Alberto Scagni hanno chiesto di poter parlare con il figlio in carcere. Il 42enne è accusato dell'omicidio della sorella Alice Scagni avvenuto il 1 maggio scorso a Genova. Scagni ha teso un agguato alla 34enne sotto il portone della sua abitazione e le ha inferto 17 coltellate. I genitori avevano già segnalato la pericolosità dell'uomo affetto da problemi psichici alle forze dell'ordine: poco prima dell'omicidio, infatti, la mamma e il padre dei due fratelli Scagni hanno raccontato al 112 la lunga telefonata in cui Alberto li aveva minacciati.

Ora Antonella Zarri e suo marito chiedono di poter parlare con il 42enne. I due coniugi hanno anche attivato una linea telefonica per poterlo contattare, ma il gip si è dichiarato contrario. I contatti con l'esterno sarebbero "troppo pericolosi".

Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)

"Tutto nasce dal desiderio espresso da Alberto di parlare con noi telefonicamente – ha raccontato la mamma ai nostri microfoni -. Noi abbiamo attivato una linea telefonica dedicata per realizzare il suo desiderio non sapendo che avremmo dovuto dare il via a una procedura lunga e complicata. Adesso vorremmo incontrarlo in carcere, ma secondo il gip i contatti esterni potrebbero danneggiarlo. Siamo preoccupati anche per noi: ci siamo affidati alle consulenze di uno specialista per cercare di conciliare la rabbia che proviamo per la morte di Alice al bisogno che comunque abbiamo di stare accanto a nostro figlio. Non sappiamo bene cosa fare".

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"Sembra che Alberto abbia dei momenti di lucidità i cui si rende conto dell'accaduto e cerca un contatto con noi, ma di fatto noi sappiamo di essere davanti a una persona malata. Stiamo seguendo i suggerimenti di uno psicologo per evitare che un incontro possa far male a lui ma anche a noi. Non possiamo ignorare il fatto che Alberto è nostro figlio: siamo i genitori di Alice e Alberto e lo saremo per sempre".

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