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Alessia e Giulia travolte da un treno a Riccione

Alessia e Giulia uccise dal treno: cosa è emerso dalla perizia su Frecciarossa e macchinista

Nessuna irregolarità sarebbe stata commessa sul treno che ha investito e ucciso Alessia e Giulia Pisano, le due sorelle di 15 e 17 anni morte a Riccione. È quanto emergerebbe dagli accertamenti che la Procura di Rimini sta svolgendo sulla tragedia.
A cura di Susanna Picone
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I dati della scatola nera del treno Frecciarossa che lo scorso 31 luglio ha travolto e ucciso Alessia e Giulia Pisano, due sorelle bolognesi che quella mattina si trovavano nella stazione di Riccione per rientrare a casa, sono stati acquisiti dalla Procura di Rimini che ha aperto un fascicolo conoscitivo. A quanto emerso il treno procedeva ad un'andatura consona per quel tratto di strada, anzi andava leggermente più piano.

Nell'attraversare la stazione il Frecciarossa doveva viaggiare a una velocità tra i 180 e i 200 chilometri all'ora ma, dall'analisi, il treno andava leggermente più piano. Da primato i tempi di reazione del macchinista che appena si è accorto della presenza delle due ragazze ha azionato la frenata d’emergenza. Un gesto purtroppo inutile.

Una ulteriore analisi sullo stato della linea ferroviaria, inoltre, non ha fatto emergere problematiche di sorta agli impianti. Insomma, nessuna irregolarità sarebbe stata commessa sul Frecciarossa che quella mattina ha investito e ucciso le due sorelle di 15 e 17 anni. Nulla, né i sistemi di sicurezza a bordo del convoglio, né l’intervento umano, avrebbe potuto scongiurare il dramma.

La ricostruzione di quanto accaduto quella mattina si ferma quindi prima del tragico investimento, quando Alessia e Giulia Pisano sono arrivate in stazione dopo una notte trascorsa in discoteca. Nei giorni scorsi Vittorio, il papà delle due ragazze, ha annunciato la volontà di costituire un’associazione per aiutare i giovani. “Ho tante idee nella testa, il mio obiettivo principale è quello di cercare di fare un po’ di bene ogni giorno per non sprecare il tempo che ci viene donato. Aiutare i ragazzi a crescere, sensibilizzarli nello stare lontano da certi ambienti. Perché la morte delle mie due figlie – ha spiegato – non risulti vana e perché non accada mai più”.

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