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Al pronto soccorso per un dolore al petto, Debora viene dimessa e 5 giorni dopo muore d’infarto

La 45enne di Torre di Mosto (Venezia) pochi giorni dopo le dimissioni è stata stroncata da un infarto. Era il dicembre del 2020. Oggi è sta chiesto il processo per il medico: la Procura gli contesta gravi errori e omissioni: la paziente si sarebbe potuta salvare.
A cura di Biagio Chiariello
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Rischia di finire a processo il medico del pronto soccorso dell'ospedale di San Donà di Piave che ha dimesso Debora Berto, la 45enne di Torre di Mosto che lamentava un dolore toracico: era l’11 dicembre 2020, cinque giorni dopo, la donna perse la vita a causa di un malore.

Erano le 12 e 40 del 16 dicembre quando la donna si accasciò sul tavolo senza riprendere conoscenza: allertato dal figlio, il marito, che si trovava nel giardino di casa, chiamò i soccorsi e provò lui stesso, per ben 17 minuti, a rianimare la moglie. Purtroppo per la donna non ci fu nulla da fare. Cinque giorni prima, l’11 dicembre 2020, alle 10.40, Debora aveva fatto accesso al Pronto Soccorso di San Donà lamentando dolori al torace e ad un braccio, ma anche altri fastidi cui soffriva da alcuni giorni, in particolare alla mandibola.

Il medico, G. B., 36 anni, residente nel centro storico di Venezia, non avrebbe eseguito gli accertamenti di laboratorio e strumentali. Esami che secondo il pm “avrebbero permesso, con elevata probabilità, di diagnosticare una sindrome coronarica acuta: la diagnosi precoce di infarto avrebbe consentito l’immediato ricovero ospedaliero con esecuzione di procedura di angioplastica primaria che avrebbe consentito, con criterio di elevata probabilità, di evitare il decesso”.

Il Sostituto procuratore imputa al sanitario di aver causato il decesso della paziente, avvenuto per "arresto cardio-respiratorio conseguente ad infarto miocardio acuto indotto da trombosi della coronaria discendente anteriore", per “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle Linee Guida Europee in tema di Metodologia Accertativa e Criteriologia Valutativa in casi di Responsabilità Professionale Medica nonché delle raccomandazioni della buona pratica clinica in emergenza”.

Ora gli inquirenti dovranno chiarire se ci fu negligenza da parte degli inquirenti. A conclusione delle indagini preliminari la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il medico.

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