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A Terni sfilata in bikini in piazza durante polemiche su ordinanza anti scollature: “Non è Kabul”

“È la dimostrazione che Terni non è Kabul come affermato da qualcuno, ma una città come tante altre. Credo che questa polemica sull’ordinanza, che sono convinto avesse solo l’intento di tutelare alcune situazioni, sia stata strumentalizzata e che sarà destinata a scoppiare come una bolla di sapone” ha sostenuto” l’organizzatore dell’evento.
A cura di Antonio Palma
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Mentre in città infuriava la bufera politica sull’ordinanza antiprostituzione voluta dal Sindaco che vieta abiti troppo succinti in luoghi pubblici, nel pieno centro di Terni andava in scena una sfilata di moda con modelle in bikini che si esibivano davanti a decine di spettatori in piazza. Una coincidenza come sottolineano gli organizzatori ma che ovviamente è balzata subito agli occhi dopo le aspre polemiche sul contenuto dell’ordinanza voluta dal primo cittadino. “È una pura coincidenza che la sfilata delle ragazze, tra l'altro anche in abiti da sera e sportivi, sia avvenuta nelle stesse ore delle polemiche, in un contesto che esula completamente da quello dell'ordinanza" ha commentato infatti Gianluca Nasi, organizzatore del concorso, anche lui ternano. All’evento andato in scena venerdì pomeriggio partecipavano 12 ragazze che hanno sfilato anche in bikini, si è svolto nell'ambito del concorso nazionale di bellezza "Miss principessa d'Europa" ed è stato finanziato dai commercianti della zona.

“L'evento è stato arricchito anche dalla presenza di bambini dai 4 ai 12 anni, che anche hanno loro partecipato alla sfilata. È la dimostrazione che Terni non è Kabul come affermato da qualcuno, ma una città come tante altre. Credo che questa polemica sull'ordinanza, che sono convinto avesse solo l'intento di tutelare alcune situazioni, sia stata strumentalizzata e che sarà destinata a scoppiare come una bolla di sapone" ha sostenuto Gianluca Nasi che sembra dello stesso parere delSindaco di Terni. "Se si legge il provvedimento attentamente e con uno spirito laico ci si accorge che non è vietato alcun tipo di abbigliamento particolare da parte di nessuno, ma che c'è solamente la volontà di contrastare un fenomeno. Occorre leggere bene e non estrapolare singole parole, perché altrimenti si rischia di strumentalizzare il tutto" ha dichiarato infatti nelle stesse ore il Primo cittadino Leonardo Latini.

Il sindaco sottolinea che "la polemica riguarda un'ordinanza che è stata adottata la prima volta il 24 luglio dello scorso anno, poi prorogata e reiterata nel momento in cui c'è stata segnalata una recrudescenza di certi tipi di fenomeni e dopo averne discusso nel Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza presso la prefettura, all'esito di una apposita convocazione sul tema". "Di ordinanze come questa ce ne sono a decine in Italia e sono state sostanzialmente adottate da sindaci di centrodestra e di centrosinistra. Di fatto con la normativa vigente soltanto dei provvedimenti ordinamentali possono dare la possibilità di intervenire" ha proseguito il sindaco, sottolineando che su "tre condotte che vengono vietate dall'ordinanza, due riguardano i clienti".

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