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A Bari unico intervento di 14 ore per rimuovere tumore e ricostruire cranio al bimbo di 7 anni

Il piccolo paziente soffriva di una neoplasia alle ossa del cranio, cioè di un sarcoma di Ewing. La scelta è stata quella di effettuare un unico intervento in tre fasi: demolitiva, resettiva tumorale e ricostruttiva.
A cura di Antonio Palma
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Un unico intervento di ben 14 ore per rimuovere un tumore al cranio di un bimbo di 7 anni e poi ricostruire lo stesso evitando al piccolo un secondo intervento, è l'operazione da record condotta da un team multidisciplinare del Policlinico di Bari con la tecnica innovativa  ‘one step' . L'intervento è perfettamente riuscito e il piccolo paziente ora sta proseguendo le sue cure nel reparto di oncoematologia pediatrica dello stesso ospedale Giovanni XXII del capoluogo pugliese. Una operazione complessa che per forza di cose ha investito un'equipe multidisciplinare composta da neurochirurghi, neuroncologi, chirurghi plastici e anestesisti che insieme hanno progettato il lungo intervento, avvicendandosi poi in sala operatoria.

Il piccolo paziente soffriva di una neoplasia alle ossa del cranio, cioè di un cosiddetto sarcoma di Ewing della teca cranica che aveva già infiltrato i tessuti molli, le meningi ed il tessuto cerebrale. Una condizione difficile anche perché per il piccolo paziente si tratta di un caso di recidiva. Il sarcoma di Ewing gli era stato diagnosticato la prima volta due anni fa al bacino, associato a metastasi ossee e polmonari. Nonostante cicli di chemioterapia, autotrapianto e successiva radioterapia, trascorsa una iniziale fase di remissione dalla malattia, a maggio scorso il tumore si è ripresentato,  localizzato questa volta a livello del cranio, fatto che ha portato anche a una voluminosa deformazione della testa.

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Da qui la scelta dei medici di agire immediatamente per via chirurgica. "La scelta è quella di effettuare un unico intervento in tre fasi: demolitiva, resettiva tumorale e ricostruttiva. Quindi nella stessa procedura chirurgica è stato rimosso il piano osseo della teca cranica, aggredito dal tumore, e ricostruito lo stesso, evitando al bambino un secondo intervento di cranioplastica a distanza di breve tempo" spiegano dall'ospedale barese. “La tecnica innovativa si chiama ‘one step' e integrata alla navigazione intraoperatoria per la chirurgia dei tumori infiltranti la teca cranica è utilizzata oggi solo in poche neurochirurgie sul territorio nazionale”, ha chiarito inoltre il prof. Francesco Signorelli, direttore dell'unità operativa di neurochirurgia del Policlinico di Bari.

In fase pre operatoria le varie equipe mediche hanno messo a punto anche una avanzata immagine di rendering tridimensionale del cranio del piccolo grazie alla quale è stato possibile pianificare una procedura in più fasi. “La ricostruzione del piano osseo è stata realizzata su misura e adattata allo spessore della teca cranica del piccolo paziente allestendo un lembo microchirurgico di muscolo e cute prelevato dalla coscia ed integrato ad un innesto di cute e derma, per ristabilire la copertura e l’integrità dell’area dei tessuti molli attorno al cranio” ha rivelato il prof. Giuseppe Giudice direttore dell'unità operativa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. Dopo un iniziale monitoraggio in terapia intensiva post-chirurgica, il bambino è stato risvegliato e avviato verso la fase di rieducazione al movimento e alla ripresa delle attività quotidiane assistito dallo staff di terapisti del dolore e fisiatri del Policlinico di Bari dove sta proseguendo le sue cure

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