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A 23 anni chef per 200 euro, la denuncia di Yuri Zaupa: “Sono andato via, mi hanno dato del traditore”

A 23 anni ha lavorato come chef in un ristorante rinomato del Veneto per 200 euro al mese. Yuri Zaupa ha raccontato la sua esperienza su Facebook. “Quando sono andato via il titolare mi ha dato del traditore”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Yuri Zaupa, foto da Facebook
Yuri Zaupa, foto da Facebook

Yuri Zaupa, 23 anni, sarebbe uno dei "giovani che non vogliono lavorare" secondo imprenditori quali Alessandro Borghese e Flavio Briatore che qualche mese fa avevano puntato il dito contro i "ragazzi che non vogliono sacrificarsi".

In realtà, al netto dei suoi 23 anni, lo chef di un ristorante di lusso veneto si è sacrificato anche troppo. Zaupa ha raccontato la sua  pessima esperienza nelle cucine di un locale rinomato aperto lo scorso anno.

"Per primi quattro mesi – ha spiegato – decido di accettare un contratto ridicolo: 16 ore part-time, nonostante il mio monte ore settimanale si aggirasse intorno alle 80.

Stringo i denti e mi faccio prendere dalla novità: il posto mi piace e acconsento alle condizioni del titolare". Condizioni che non sono migliorate neppure in seguito. Da gennaio a giugno 2022, Zaupa viene pagato 100-200 euro al mese.

"Una situazione inaccettabile. La stessa passione che mi ha accecato per sei mesi senza una busta paga mi ha portato a cercare lavoro altrove. Immaginate la faccia del titolare quando ho detto che me ne sarei andato via. Ha detto che si sentiva tradito, preso per i fondelli e che i giovani sono inaffidabili.

Queste sono le parole esatte uscite dalla sua bocca: "Borghese ci ha visto lungo:  giovani non hanno voglia di lavorare". Dopo questa esperienza, io sicuramente ne ho persa un po'".

Il sogno di Yuri è quello di aprire un ristorante dove insegnare ad altri aspiranti chef l'arte della cucina. Nonostante la brutta esperienza, il 23enne non si è arreso: dopo aver detto addio al locale vicentino è stato assunto da un altro ristorante stellato di Venezia.

"Finalmente ho un contratto che viene rispettato – spiega – e uno stipendio dignitoso, ma non posso dimenticare la brutta esperienza da poco conclusa".

Secondo quanto raccontato dal giovane, il titolare del locale aveva promesso un'assunzione a tempo pieno dopo i primi mesi di prova.

"Ha detto che avrebbe pagato interamente il mio lavoro: io ero lo chef, mi affidava l'intera cucina ma non faceva altro che approfittarsi di me. A giugno, invece di stabilizzare la mia posizione, mi ha proposto un contratto a chiamata. Ho deciso che era finita".

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