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Aggiornamenti sull'attentato al London Bridge

Attentati a Londra, Giovanni racconta: “Il van è arrivato in velocità, sembrava fuori controllo”

La testimonianza di Giovanni Caccavello, che si trovava sul London Bridge proprio mentre il furgoncino guidato dagli attentatori piombava sui passanti ignari: “Ero arrivato da pochi minuti sul London Bridge con alcuni amici, quando ho visto il van giungere in velocità Andava a destra e sinistra, sembrava fuori controllo. Ho capito che stava succedendo qualcosa di grave, ma non ho subito realizzato. Sul momento ho pensato ad aiutare le persone e avvertire i soccorsi”.
A cura di Charlotte Matteini
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Giovanni Caccavello, giovane ricercatore italiano, era arrivato da pochi minuti sul London Bridge quando ha visto il furgoncino guidato dagli attentatori arrivare in velocità sul ponte e poi piombare sui passanti. Il ricercatore vive nel Regno Unito da sei anni, mentre abita a Londra da circa un anno e lavora proprio nella zona di Westminster, teatro del primo attentato avvenuto lo scorso marzo. "Tutto è iniziato alle 22.07 (ora locale, ndr) quando io ed i conoscenti con cui ero siamo arrivati a London Bridge dopo essere stati in un pub a vedere la finale di Champions League. Sul ponte c'era un po' di gente, ma sembrava essere un normale sabato sera fino a quel momento. All'improvviso abbiamo visto è stato un furgoncino bianco, in lontananza, andare a destra e sinistra, come fosse fuori controllo. Questo però per un paio di secondi, perché il furgoncino ha proseguito per tutto il ponte e non non riuscivamo a vedere fino in fondo", racconta Giovanni a Fanpage.it.

Secondo te le persone si sono accorte subito di ciò che stava accadendo? 

"Penso di sì, in molti si sono fermati cercando di aiutare le persone a terra. Noi dopo aver notato il furgoncino, abbiamo subito visto 4-5 persone a terra e altri passanti che ceravano di prestare soccorso. Altre persone, come il sottoscritto, si sono messe in mezzo alla strada, facendo segno alle macchine, ai taxi e ai bus che passavano di usare solo le corsie centrali della carreggiata. Poi abbiamo subito cercato di chiamare la polizia e le ambulanze, che sono arrivate giunte sul luogo nel giro di 1-2 minuti al massimo, sono stati molto tempestivi".

Giovanni racconta inoltre che sul momento ha percepito un reale pericolo, ma solo successivamente ha realizzato cosa fosse realmente accaduto: "Anche se forse la realizzazione di quanto è accaduto è avvenuta poi dopo. Al momento ci pensi, capisci che sta accadendo qualcosa, ma cerci di fare aiutare".

"Il bollettino è drammatico. Io sto bene e sono nel mio appartamento. Sono tornato a casa alle 3.30 di notte dopo che la polizia ci ha tenuti in un albergo per avere informazioni e sapere se stavamo tutti bene per circa 2 ore. La nottata è stata davvero convulsa. Anche a distanza di ore dall'attentato, da casa mia ogni 5-10 minuti si sentivano ancora polizia e ambulanze passare.

Che clima si respira a Londra, giunti al terzo attentato in pochi mesi?

"La città va avanti, ma si respira un'aria diversa. Si capisce che bisogna stare più attenti".

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