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Assunzioni in cambio di voti: la procura indaga su Calabria Etica

La Procura di Catanzaro indaga su una sospetta rete di clientelismo elettorale in Calabria: centinaia di assunzioni dalla fondazione Calabria Etica a 48 ore dal voto delle elezioni regionali, molte delle quali nella circoscrizioni in cui si ricandidò l’allora assessore al lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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Contratti di lavoro in cambio di sostegno elettorale: nel mirino della Procura di Catanzaro è finita "Calabria Etica" – nome quanto meno paradossale – società in house della Regione Calabria che avrebbe dovuto avere come finalità il sostegno alle fasce più deboli della popolazione ma si sarebbe trasformata in una gigantesca fonte di clientelismo. Intorno a questa ipotesi lavora la Procura, che ha incaricato il Nisa, Nucleo investigativo sanità e ambiente, di controllare 700 contratti a tempo determinato sottoscritti negli ultimi mesi.

Quello che balza agli occhi è un dato a dir poco strano: a due giorni dalle elezioni regionali dello scorso 23 novembre negli uffici di Calabria Etica venivano formalizzate 250 nuove assunzioni, per una spesa totale di circa 4 milioni di euro. I "fortunati", a cui è stato offerto un contratto di un anno, sono per lo più giovani residenti nel collegio Centro (Catanzaro-Vibo-Crotone), la circoscrizione dove si è ricandidato, ed è poi stato rieletto, Nazzareno Salerno, lo scorso novembre non a caso titolare dell’assessorato al Lavoro alla Regione, l'ente a cui fa capo Calabria Etica.

Come se non bastasse la Fondazione ha continuato ad assumere anche nelle ultime settimane, ratificando decine di contratti per un importo complessivo di circa 1,3 milioni di euro. Anche in questo caso appare strano che la città di residenza dei neo assunti sia sempre la stessa – Lamezia Terme – e che guarda caso lì il presidente di Calabria Etica, Pasquale Ruberto, è in corsa per la carica di sindaco alle elezioni che si terranno in primavera. La sua candidatura è stata lanciata proprio da Nazzareno Salerno all'indomani delle elezioni regionali. Tutto qua? Neanche per idea: nel mirino degli inquirenti anche la posizione della compagna di Ruberto, che dopo aver firmato proprio nel 2014 un contratto di lavoro per un anno grazie a Calabria Etica lo scorso 10 dicembre ha ottenuto un nuovo incarico triennale da 114 mila euro come responsabile della comunicazione, ruolo che la donna ha abbandonato appena è esploso il caso.

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