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Assemblea “Fare il Pd”: scintille tra Renzi e D’Alema

Tensione all’assemblea del Partito Democratico. D’Alema: “Renzi gioca un pò a fare la vittima. Secondo me sbaglia dovrebbe essere qui”. E al tg5 il sindaco di Firenze replica: “Non credo di dover chiedere il permesso a Massimo D’Alema per candidarmi”.
A cura di Davide Falcioni
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Come sarà il Partito Democratico del futuro? Se ne è parlato alla riunione indetta dai bersaniani e chiamata – non a caso – fare il Pd: presenti tutte le anime del partito, salvo i renziani. E non è mancata la polemica. D'Alema, infatti, ha detto: "Non nasce nessun correntone. Questa è un'idiozia che non so chi abbia scritto". L'ex premier smentisce di aver agito in chiave anti-Renzi. Il sindaco di Firenze, spiega, "gioca un pò a fare la vittima. Secondo me sbaglia dovrebbe essere qui". E al tg5 Renzi replica: "Non credo di dover chiedere il permesso a Massimo D'Alema per candidarmi".

Presenti invece gli altri big: oltre a Pier Luigi Bersani, il segretario Guglielmo Epifani, Massimo D'Alema, Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro, Luigi Zanda, Cesare Damiano, Giovanni Legnini, Nico Sumpo, Davide Zoggia, Marco Meloni e Margherita Miotto. A "rompere il ghiaccio" è stato Bersani: "Nel congresso – ha detto – ci si deve confrontare senza tirar su bandierine. Tutti quanti, come comunità, nessuno escluso, cerchiamo di dirci di cosa dobbiamo discutere. Nessuno può chiamarsi fuori se vuole far parte della squadra e della comunità. Oggi- ha spiegato – siamo troppo al di sotto della aspettative del paese. E sarebbe un disastro se il congresso fosse quello che vien fuori dai giornali. La gente, in italia ha dei problemi seri". Pier Luigi Bersani ha poi chiesto al Pd di pensare ai contenuti: "Possiamo essere utili all'Italia se iniziamo ad approssimare il titolo e l'ordine del giorno di questo congresso. Il percorso verso il congresso deve essere un luogo dove ci si confronta senza tirar su bandierine e tutti quanti cerchiamo di dirci, ciascuno con le sue idee, di che cosa dobbiamo discutere".

Un altro ex segretario è stato tra i primi a intervenire, dario Franceschini: "Penso che di là dei luoghi formali, come la commissione congressuale, serve anche il coinvolgimento delle persone e spero che ci sia un incontro o tra Renzi ed Epifani. Renzi venga a discutere apertamente – e non via intervista e retroscena – di cosa pensa che siano le regole. Anche sul tema della coincidenza segretario-candidato. Può darsi che il segeratrio del Pd diventi premier, ma immaginare che sia automatico perché lo scrivi nel tuo statuto non funziona. Devi costruirtelo con le alleanze, e tendenzialmente se il sistema spinge ad alleanze e coalizioni non è proprio avvantaggiato il segretario". Poi Franceschini ha chiosato: "In questi mesi siamo passati a riconoscerci non più come ex margherita ed ex ds. Siamo passati a riconoscerci addirittura come comunisti e democristiani".

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