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Arte e Yoga: perché meditare davanti a un capolavoro dell’arte non è solo una moda

Nato al MoMA di New York City, il connubio tra Yoga e Arte si è diffuso anche nel nostro Paese. Da Nord a Sud meditare davanti a un capolavoro della storia dell’arte è un modo per arrivare a capire noi stessi e il bello che ci circonda. L’exploit è Napoli: da giovedì lo Yoga arriva in 8 musei statali fino a luglio.
A cura di Redazione Cultura
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In principio fu il MoMA di New York City, il più importante museo di arte contemporanea al mondo diede vita a pratiche collettive di meditazione tra le proprie sale affastellate di capolavori dell'arte. A seguire arrivò il Met – Metropolitan Museum of Art di New York. All'epoca si disse, come sempre, che lo yoga nei musei era solo una moda, una sorta di trend del momento per radical alla ricerca di esperienze sempre diverse e originali. Eppure, nonostante ciò, la moda non è passata e, anzi, è arrivata in Europa e soprattutto nel nostro Paese sta vivendo una stagione di grande fortuna.

Perché praticare la meditazione davanti a un capolavoro della storia dell'arte è importante? Perché invita a un doppio viaggio, alla scoperta di noi stessi e del bello che ci circonda, un percorso che, attraverso il contaminarsi vicendevole di pittura e meditazione, punta a condurre verso una nuova idea di felicità. La diffusione di questa pratica, infatti, nasce dalla convinzione che l’unione tra arte e yoga non possa che migliorare le persone e la società nella quale viviamo e ci esprimiamo.

Milano, Napoli, Parma. Solo per citare le città che prima e più di tutte stanno in questo momento promuovendo la diffusione e la pratica dello Yoga nei musei. Al Museo Diocesano del capoluogo meneghino, per esempio, c'è un'insegnante di hatha yoga, Delia Schiaroli. Non mancano altri luoghi sacri della cultura. Ma la città in cui si registra una vera e propria esplosione di Yoga nei musei è Napoli.

Il caso Napoli: Yoga integrale in 8 musei fino a luglio

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Nel capoluogo partenopeo in settimana inizierà un massiccio percorso che unisce questi due mondi solo apparentemente slegati. Giovedì 7, infatti, nel Refettorio della Certosa e Museo di San Martino, ci sarà la presentazione della nuova edizione del Progetto "Lo Yoga per i Musei – I Musei per lo Yoga" a cui parteciperà il Maestro Shaykh Hassan Dyck, rappresentante per l'Europa della Confraternita Sufi Tariqa Naqshbandia Haqqania.

Per la prima volta, in otto musei della Campania, dal Museo Archeologico a quello di Capodimonte, si praticherà lo Yoga integrale fino a luglio, con corsi organizzati dalla Scuola di Yoga integrale di Napoli con il Polo museale della Campania (Museo Duca di Martina, Certosa e Museo di San Martino, Tomba e Parco di Virgilio, Museo Pignatelli), il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Parco archeologico dei Campi Flegrei, il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, con il Patrocinio morale del Comune di Napoli.

In questa occasione, il misticismo Sufi incontra la meditazione Yoga nel luogo della contemplazione certosina, il Maestro Shaykh Hassan Dyck, musicista, gnostico e autorevole esempio del misticismo Sufi e della sua Tradizione propone antichi racconti Sufi intervallati a momenti musicali con il suono dell'harmonium e sarà accompagnato dai musicisti: Hussamudin Abu Nur Ragab, voce e percussioni; Rumi Fragassi, basso; Nayi Sefer Siddiq, flauto ney;  con la presenza  straordinaria dI Marzouk Mejri, percussioni. Inoltre danzerà il derviscio rotante Ali Yaqub della Tariqa Jerrahi.

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