Arrestato Giuseppe Dell’Aquila, ritenuto il reggente del Clan Mallardo
Il boss Giuseppe Dell'Aquila è stato arrestato nell'ambito di un'operazione condotta dalla squadra mobile della questura di Napoli e dal Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia di Stato. L'uomo era stato inserito dal Ministero dell' Interno nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi d'Italia ed è considerato il reggente del potente clan malavitoso Mallardo, operante a Giugliano e nell' area nord della provincia di Napoli, con attività che coinvolgono il Lazio e altre regioni del centro Italia. Il boss 49enne è stato arrestato stamattina alle 5:30 mentre si trovava in una villa blindata a Varcaturo, sul litorale domiziano. L'uomo è ritenuto un personaggio di spicco della criminalità organizzata napoletana sin dagli anni '80, da quando cioè contribuì a fondare la cosiddetta "Alleanza di Secondigliano", un cartello criminale che in quel periodo aveva il controllo delle attività malavitose di una grande parte di Napoli.
Dell'Aquila, soprannominato "Peppe o' Ciuccio", era ricercato dal luglio del 2002 ed è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, porto abusivo d'armi e altri reati. Da quanto emerso dalle indagini, il boss avrebbe continuato a gestire le attività del clan Mallardo anche durante questi 9 anni di latitanza. In una nota della polizia si legge infatti che: "recenti contributi investigativi hanno evidenziato come il clan Mallardo, sotto la guida di Dell'Aquila, si è reso protagonista di importanti investimenti nel settore edilizio-immobiliare, reinvestendo capitali indebiti".
L'arresto di Dell'Aquila rappresenta un altro duro colpo alla camorra, in particolare al clan Mallardo, già bersaglio di un blitz solamente 15 giorni fa. In quell'occasione, nell'ambito di un'operazione condotta tra Napoli e Roma, furono arrestate 7 persone e sequestrati beni per oltre 600 milioni di euro.
Entusiasta il Ministro della Giustizia Angelino Alfano che si è complimentato con i magistrati e le forze di polizia di Napoli. Alfano ha poi dichiarato che "la strada intrapresa non conosce soste ed è quella giusta per vincere definitivamente la lotta contro il crimine organizzato e ogni sua ramificazione".
