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Arrestato Giovanni Lo Sciuto: era il capo di una super loggia massonica a Castelvetrano

La Procura di Trapani ha scoperto un’associazione a delinquere segreta con a capo l’ex parlamentare regionale trapanese, Giovanni Lo Sciuto, in carica all’Ars fino al 2017. Fanpage ne aveva già parlato in una delle sue inchieste (ItalianLeaks di Sandro Ruotolo). Nell’ambito dell’operazione “Artemisia” è stato scoperto un vasto sistema corruttivo negli enti locali, quali il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani.
A cura di Biagio Chiariello
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Una "loggia massonica segreta capace di condizionare la politica e la burocrazia". È quanto affermano gli inquirenti in merito al'operazione dei carabinieri nel trapanese, più precisamente a Castelvetrano, il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. I militari, coordinati dalla Procura, stanno eseguendo 27 arresti per reati contro la Pubblica Amministrazione, contro l'amministrazione della Giustizia nonché associazione a delinquere segreta. Altre dieci persone sono indagate a piede libero. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo, dall’aggiunto Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani.

Lo Sciuto, a capo della loggia massonica

In carcere anche l'ex deputato regionale di Forza Italia Giovanni Lo Sciuto, ritenuto a capo della loggia segreta. Le indagini recenti lo indicano come l'uomo chiave del sistema corruttivo che condizionava la vita politica di Castelvetrano e quella amministrativa all'Inps di Trapani (controllando l'erogazione delle pensioni di invalidità grazie al medico dell'Istituto Rosario Orlando). Arrestati anche esponenti politici come l'ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l'ex presidente dell'Ars ed ex deputato nazionale di Forza Italia Francesco Cascio. E ci sono anche tre poliziotti tra gli arrestati nell'ambito dell'inchiesta denominata ‘Artemisia': uno presta servizio alla questura di Palermo, uno a Castelvetrano e uno alla Dia di Trapani. Sarebbe stato proprio Cascio a rivelare l'esistenza dell'inchiesta trapanese, dopo averlo appreso da Giovannatonio Macchiarola, allora segretario del ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Le accuse

Tutte le 27 persone finite in manette sono accusate, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento personale, abuso d'ufficio ed associazione a delinquere secreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della c.d. legge Anselmi).

Per gli stessi reati sono stati notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre 4 informazioni di garanzia ad altrettanti indagati: sono quindi 10 le persone indagate a piede libero. "Scoperto un vasto sistema corruttivo negli enti locali – dicono gli inquirenti -, quali il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani". L'indagine ha inoltre portato "alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto" da parte "di appartenenti alle Forze dell'Ordine e di esponenti politici regionali, quali l'ex deputato regionale Francesco Cascio, tratto anch'egli in arresto".

La massoneria

 La "complessiva attività di indagine" ha inoltre "dimostrato ancora l'esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata dall'ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto con la collaborazione, nel settore organizzativo, del massone Giuseppe Berlino, associazione che, con certezza indiziaria, vede tra i suoi membri ad esempio l'ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante Jr., l'ex vice sindaco di Castelvetrano Vincenzo Chiofalo e il commercialista massone Gaspare Magro".

"Caratteristica precipua di tale associazione è che gli scopi della stessa non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso, ma ha avuto ad oggetto anche il condizionamento e l'asservimento dell'attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del consesso criminoso", dicono gli inquirenti. Le finalità venivano, in particolare, "perseguite con modalità che garantivano la segretezza degli scopi associativi e della reale composizione del sodalizio, anche e soprattutto grazie al ruolo di appartenenti alle istituzioni".

Coinvolta anche l'Inps

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani, coordinati dalla Procura di Trapani, e che al’alba di oggi hanno portato all’arresto di 27 persone, tra cui politici e poliziotti, sono iniziate nel 2015 e “hanno avuto come fulcro l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto”, in carica fino al 2017, “a carico del quale sono emersi gravi indizi di reità in ordine alla commissione di numerosi reati contro la Pubblica amministrazione al cui fine ultimo era costantemente quello di ampliare la sua base elettorale in vista delle varie elezioni e di conseguenza il proprio potere politico”.
Le indagini hanno permesso “di accertare che Lo Sciuto creava uno stabile accordo corruttivo con Rosario Orlando, ex responsabile del Centro Medico Legale dell’ Inps, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello steso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili”- che riusciva a corrompere, attraverso regalie ed altre utilità, nonché la sua intercessione con l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo”.
Da Orlando l’ex deputato regionale “otteneva la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge”. “Ogni pensione di invalidità fatta concedere, in forza del consolidato accordo corruttivo, rappresentava per l’ex onorevole regionale un cospicuo pacchetto di voti certi”, dicono gli inquirenti.

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