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Argentina, 9 bimbi morti nel bus ribaltato, la rivelazione: “L’autista voleva uccidersi”

L’autobus non era più abilitato al trasporto dei passeggeri dal 2016. Terrorizzante il racconto di due sopravvissuti, che fanno ipotizzare un intento suicida da parte del guidatore. Un automobilista sostiene di essere stato sorpassato dall’autobus a 150 all’ora.
A cura di G. L.
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Brian Ureña, uno dei sopravvissuti al ribaltamento dell'autobus (Credits to El Clarin)
Brian Ureña, uno dei sopravvissuti al ribaltamento dell'autobus (Credits to El Clarin)

Una poderosa accelerazione, le brusche oscillazioni a destra e sinistra e, infine, il violentissimo urto. È così che i sopravvissuti descrivono gli ultimi istanti della pazzesca corsa dell’autobus ribaltatosi la notte di lunedì 26 giugno in Argentina. Gli ultimi secondi prima di quella stretta curva rivelatasi fatale per almeno 15 persone, tra cui 9 bambini. A distanza di diverse ore dall’incidente iniziano ad emergere alcuni particolari capaci di gettare sull’accaduto l’inquietante dubbio che potrebbe non essersi trattato di un semplice incidente.

La strana sosta prima del ribaltamento

A lasciar pensare all’ipotesi di un suicidio o comunque di un’assenza di lucidità mentale da parte di chi stava guidando, sono soprattutto le parole di Graciela Corvalán, madre di una delle bambine coinvolte nell’incidente.

“In prossimità di una curva, l’autista si è fermato per alcuni secondi, circa 4, e ha aggiustato qualcosa sotto l’autobus […] prima di riprendere il viaggio”, racconta la donna, che prosegue: “in una delle curve ha accelerato bruscamente e l’autobus ha iniziato ad oscillare paurosamente. Tutte le madri hanno iniziato ad urlare chiedendo a Claudio, istruttore di danza, di dire all’autista di smetterla, che altrimenti ci saremmo ammazzati, che ci saremmo schiantati”.

In questo modo, i passeggeri erano riusciti a far rallentare l’autobus ma “non erano passati che pochi secondi quando l’autista ha ripreso ad accelerare come se volesse ammazzarsi”, sostiene Graciela, spiegando che questo è il racconto degli ultimi istanti prima del ribaltamento dell’autobus. La donna smentisce categoricamente che ci sia stato uno scontro con un altro veicolo, come riportato da altre fonti, e lancia un’accusa chiara e dura: “il conducente è l’assassino

Sembrava che fosse saltato da una montagna

Brian Urueña, soli 17 anni, ha descritto ciò che ricorda dell’accaduto dal letto d’ospedale dove è stato ricoverato dopo l’incidente. Il giovane ballerino, che insieme al resto della sua compagnia avrebbe dovuto esibirsi in un contest di danza a San Rafael, oltre 900 chilometri a ovest di Buenos Aires, si trovava tra sonno e veglia quando il veicolo si è ribaltato.

Per questo, Brian ammette di avere soltanto dei “flash” dell’incidente e di non riuscire a ricordare tutto chiaramente, eccetto per un dettaglio: l’autista andava davvero veloce. Mentre percorreva la curva che ha messo fine alla folle corsa, Brian afferma di aver avuto la sensazione che l’autobus “avesse fatto un salto”, come “se fosse salito su una piccola montagna”.

“Sorpassato mentre andavo a 110 all’ora”

Hugo Ganga, testimone dell'incidente (credits to Canal 9)
Hugo Ganga, testimone dell'incidente (credits to Canal 9)

Scioccante la testimonianza di Hugo Ganga, un automobilista che ha incrociato l’autobus lungo la strada statale dove è avvenuto l’incidente: “Circa 30 o 40 chilometri prima del bivio di Las  Leñas mi ha sorpassato – racconta l’uomo – Io andavo a 110 chilometri orari nella mia Corsa, non so se loro andassero a 140 o 150, ma sicuramente correvano molto”. Ganga sostiene di aver avuto l’impressione che chi era alla volante dell’autobus “non sapesse guidarlo” e ha precisato che “la strada è ben segnalata e in buone condizioni” anche se “pericolosa”.

Ma l’uomo non poteva immaginare che, non molto tempo dopo il sorpasso, si sarebbe trovato davanti quello stesso autobus riverso su un lato: “È stata un’immagine spaventosa, terribile […]. Si sentivano grida, pianti e insulti rivolti all’autista, il cui stesso figlio era lì, morto”.

L’autobus non poteva circolare

Secondo le informazioni riportate dalla stampa della capitale argentina, l’autobus sarebbe appartenuto alla flotta della Damian Turismo. Il veicolo era abitualmente condotto dagli stessi due autisti, padre e figlio, i cui nomi non sono stati resi noti. La motorizzazione argentina, però, ha emesso un comunicato specificando che, dal 12 dicembre 2016, l’autobus non era più abilitato al trasporto di passeggeri.

Soltanto le indagini della polizia riusciranno a fare chiarezza su questo tragico evento che ha spezzato la vita di 9 bambini e ferito gravemente diversi passeggeri. La speranza è che l'evento possa essere l'occasione per prevenire simili casi.

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