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Scandalo in Arabia Saudita: arrestati 11 principi accusati di corruzione

La commissione anticorruzione istituita dal principe Mohamed bin Salman ha portato all’arresta di 11 membri della famiglia reale e di ben 38 ex ministri. Tra i fermati, anche miliardario Alwaleed bin Talal, tra gli uomini d’affari più influenti del mondo.
A cura di Ida Artiaco
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A sinistra il principe Mohamed Bin Salman (Getty).
A sinistra il principe Mohamed Bin Salman (Getty).

Non ha badato a niente e a nessuno, neppure ai legami di sangue, il principe, nonché erede al trono dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman, che ha operato nelle scorse ore un giro di vite a sorpresa contro l'illegalità nel suo Paese, facendo arrestare ben 11 principi, tutti membri della famiglia reale, e ben 38 ex ministri. L'accusa è di corruzione. Lo ha reso noto la rete tv saudita Al Arabiya citando fonti anonime. Tra gli altri fermati, ci sarebbe anche uno dei più facoltosi e importanti uomini d'affari locali, il miliardario Alwaleed bin Talal. La sua società di investimento, la Kingdom Holding, possiede tra l'altro partecipazioni nell'impero mediadico News Corp di Rupert Murdoch, in Apple e in Twitter. La notizia ha fatto affondare le quotazioni della compagnia, che ha lasciato sul terreno quasi il 10%, e anche l'indice guida della Borsa saudita.

Lo scandalo scoppiato in Arabia Saudita ha attirato l'attenzione di tutto il mondo e ha lasciato sotto choc la comunità di business e finanziaria internazionale, da Wall Street all'Europa. Già a settembre scorso la commissione anticorruzione istituita dal 32enne erede al trono, figlio del re Salman, aveva fatto arrestare una ventina di persone, tra cui anche influenti religiosi del clero wahabita, che si erano schierati contro la politica estera del sovrano, segnata dalla rottura delle relazioni con il Qatar. Si tratta di una nuova operazione messa in atto dal principe per accompagnare il Paese verso la modernizzazione, come ha già testimoniato la possibilità concessa alle donne di guidare liberamente. I principi e gli ex ministri sarebbero, tuttavia, agli arresti in hotel di lusso, secondo un funzionario governativo. Per impedirne la fuga, è stato persino chiuso l'aeroporto a voli privati.

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