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Aquarius, Prodi contro Macron: “Parole intollerabili, la guerra in Libia l’ha fatta la Francia”

Anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi si scaglia contro le parole di Emmanuel Macron sul caso Aquarius: “Giusto e condiviso sdegno per le dichiarazioni francesi. Quello che ha detto il governo francese è intollerabile soprattutto da parte di chi ha causato l’inizio di questa tragedia. La guerra in Libia l’ha fatta la Francia”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le parole del presidente francese Emmanuel Macron e del portavoce del suo partito sull’Italia e sul caso Aquarius. hanno scatenato le polemiche di gran parte della politica italiana: non solo della maggioranza di governo, ma anche da chi è ben lontano dalle posizioni dell'esecutivo. Come nel caso di Romano Prodi: l’ex presidente del Consiglio parla di frase intollerabili dalla Francia: “Giusto e condiviso sdegno per le dichiarazioni francesi”, afferma Prodi intervistato da InBlu Radio. “Dire quello che ha detto il governo francese – dichiara l’ex presidente del Consiglio – è intollerabile soprattutto da parte di un governo che ha causato l'inizio di questa tragedia. La guerra in Libia l'ha fatta la Francia. Noi ci siamo incredibilmente accodati, non ho mai visto qualcuno fare un guerra contro i propri interessi”.

Prodi attacca ancora la Francia per ciò che ha fatto nel paese nordafricano negli ultimi anni: “La Francia in questi anni ha gestito le cose in Libia con iniziative assolutamente proprie non curandosi degli interessi generali. Macron, in questo unico caso, non ha fatto altro che mettere insieme le forze politiche italiane”. L’ex presidente del Consiglio non risparmia però attacchi al ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca non hanno accettato neanche un migrante. E questi sono i grandi amici di Salvini. In questo momento la migrazione è la più grande bomba ad orologeria in Europa”.

Prodi torna poi a parlare della situazione in Libia, facendo un raffronto con la sua esperienza personale al governo: “Capisco che oggi la situazione è molto più complicata rispetto ai tempi in cui ci siamo trovati a gestire la vicenda albanese, perché in Libia non c’è un governo con cui interloquire. Ma noi pattugliammo l'Adriatico su richiesta del governo albanese, tra l'altro con ottimi successi perché contemporaneamente s'iniziò un'attività umanitaria in Albania come aveva richiesto lo stesso primo ministro albanese. La propaganda deve essere usata fino ad un certo limite perché non è giusto andare oltre”.

Anche allora come oggi – conclude Prodi – c’è chi speculava vergognosamente sui migranti ma c'era il desiderio di aiutare in loco i migranti con l'accordo con il governo albanese in modo da evitare il collasso del Paese. Oggi in Libia Minniti non ha potuto fare un'azione simile perché non c'era un governo. Quando c'era Gheddafi, pur essendo un dittatore, non c'erano i barconi. Quante volte ho trattato con lui perché minacciava di mandare i barconi ma poi alla fine non lo ha mai fatto perché c'era un rapporto tra due governi. Minniti è riuscito a costruire un rapporto solo con parte delle tribù. Fino a quando non ci sarà una regolamentazione della pace in Libia il problema peggiorerà. Serve la pace e la cooperazione di tutti”.

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