2.302 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Appendino, interrogatorio di tre ore in Procura, Di Maio: “Siamo sotto attacco”

Il sindaco M5S Chiara Appendino ha chiesto e ottenuto di essere sentita in Procura questo pomeriggio, insieme all’assessore al Bilancio Sergio Rolando e al capo di gabinetto Paolo Giordana. Per Di Maio è in atto un attacco ai Cinquestelle: “Risponderemo colpo su colpo”.
A cura di Annalisa Cangemi
2.302 CONDIVISIONI
Immagine

Il sindaco di Torino Chiara Appendino è stata sentita in procura per tre ore questo pomeriggio. "E' stata una chiacchierata corretta – ha commentato all'uscita – in cui ho chiarito quel che c'era da chiarire. Non ho nulla da nascondere". Il sindaco di Torino è indagata per falso ideologico: ci sarebbero 5 milioni di euro non scritti in Bilancio, sarebbe questo il motivo dell'avviso di garanzia ricevuto questa mattina. La Appendino ha poi aggiunto: "Abbiamo esposto quelli che sono i fatti alla luce di come abbiamo lavorato nell'ambito dell'approvazione del bilancio e tutto l'iter conseguente". Ad ascoltarla due pm, Enrica Gabetta e Marco Gianoglio che hanno poi  rinviato gli interrogatori degli altri due indagati.

Si trovano nella stessa barca il capo di gabinetto, Paolo Giordana, e l'assessore Sergio Rolando. "E' stato fatto tutto nel rispetto delle regole e lo dimostreremo", dice l'avvocato Luigi Chiappero. Ma a prendere le sue difese è soprattutto Di Maio: "Siamo sotto attacco. Stanno provando ad accerchiarci da tutti i lati e dopo Raggi sono passati a dare addosso alla Appendino. Per fortuna possiamo contare su una magistratura indipendente che non si fa influenzare dal sistema. Ma risponderemo colpo su colpo".

Il caso era stato sollevato dal dem Stefano Lo Russo, consigliere comunale di opposizione, e Alberto Morano, di area centrodestra, notaio. Entrambi, con l'aiuto dell'avvocato Pier Luigi Ciaramella, si sono trasformati in detective e, dopo avere raccolto una mole di carte (comprese le email che, come da protocolli interni, non vengono cancellate), hanno confezionato un corposo dossier. "Le nostre perplessità – commenta Morano – sono evidentemente anche quelle dei magistrati". 

Per Palazzo Civico la difesa è chiara: la giunta comunale di Torino ha seguito le indicazioni contenute in una riforma del 2011 sui regimi contabili degli enti pubblici (entrate in vigore nel 2015) quando decise di posticipare al 2018 la messa a bilancio del debito di 5 milioni con la società Ream. In particolare è stato seguito il principio contabile della "competenza finanziaria potenziata", in base al quale è possibile, per gli enti pubblici, iscrivere le poste nella documentazione solo al momento del pagamento. Secondo quanto si apprende, inoltre, Palazzo Civico sostiene che la società Ream, alla quale il Comune avrebbe dovuto restituire i soldi di una caparra versata nel 2012 per l'acquisto (non portato a termine) di un'area ex Westinghouse, non fosse contraria all'operazione.

2.302 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views