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Anziana cade in casa. Il pronto soccorso le scrive: “Curarla è costato 264 euro”

Una donna di 88 anni di Pistoia ha ricevuto un foglio di dimissioni dal pronto soccorso con scritto: “Desideriamo renderla partecipe del fatto che il servizio sanitario nazionale ha impiegato euro 264 per il suo percorso di cura”.
A cura di Davide Falcioni
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"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". E' il testo della prima parte dell'articolo 32 della Costituzione e molto probabilmente andrebbe fatto imparare a memoria ai funzionari del Pronto Soccorso di Pistoia protagonisti alcuni giorni fa di un episodio decisamente spiacevole. Una donna di 88 anni appena dimessa dopo essere stata soccorsa in seguito a una scivolata in casa si è vista consegnare un certificato dal pronto soccorso con in calce una frase: "Desideriamo renderla partecipe del fatto che il servizio sanitario nazionale ha impiegato euro 264 per il suo percorso di cura". Una precisazione inutile. A cosa è servito far conoscere il prezzo della prestazione sanitaria erogata? "Vogliamo informare il cittadino dei costi sostenuti per tutelare la salute, anche in nome della trasparenza – ha dichiarato l'assessora regionale alla Salute Stefania Saccardi – Per ora la comunicazione avviene solo in certi ospedali ma abbiamo intenzione di estenderla a tutti".

L'iniziativa non è piaciuta però al presidente dell'Ordine dei medici di Pistoia, Beppino Montalti che ha scritto una lettera alla prefetta Emilia Zarilli: "Come cittadino, come medico e come rappresentante di un Ordine professionale mi viene spontaneo indignarmi per questa soluzione, ideata, pensata e sviluppata da qualche solerte, rampante, burocrate amministrativo nella illusione di mortificare, una anziana signora ultraottantenne, al fine di scoraggiarla a ricorrere alle cure del sistema sanitario nazionale, per ora ancora universalistico e fondato sul finanziamento da parte di tutti i cittadini in proporzione ai proprio reddito, proprio per garantire ai soggetti più deboli, sia per reddito che per patologia, il ricorso alle cure". L'unica consolazione – ha spiegato Montalti – è che l'anziana non ha potuto leggere quella frase perché ipovedente: "Non ha visto la grande pensata del nostro brillante amministrativo di turno. Alla collettività quando costa la gigantesca macchina burocratica dell'Asl? E un consiglio: sul foglio delle dimissioni dal pronto soccorso, oltre al costo del percorso sanitario, l'Asl indichi anche quanto ha inciso il costo burocratico in quel percorso".

Dal canto loro le autorità sanitarie toscane hanno spiegato che non si è trattato affatto di un caso isolato bensì di una precisa scelta dettata dalla trasparenza. "I cittadini non capivano come mai il valore del ticket cambiava a seconda del paziente – ha detto Simone Magazzini, responsabile del dipartimento di emergenza della Asl Toscana Centro – Così abbiamo deciso di scrivere le prestazioni che hanno fatto, ad esempio esami del sangue e visita specialistica, e il loro costo per il servizio sanitario".

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