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Antonio Consalvo in carcere in Sri Lanka. La mamma: “Condizioni disumane, 80 persone in una stanza”

Antonio Consalvo, trentatreenne di Pordenone, è stato arrestato per possesso di marijuana e dallo scorso aprile è rinchiuso in attesa di processo nelle carceri di Colombo, in Sri Lanka, in condizioni che sua madre definisce “disumane”. La mamma: “Chiedo alle istituzioni maggiore considerazione per la sorte di mio figlio”.
A cura di Susanna Picone
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Da circa dieci mesi in un carcere nello Sri Lanka è rinchiuso un giovane di Pordenone, il trentatreenne Antonio Consalvo. L’uomo sarebbe stato arrestato per possesso di marijuana e in attesa del processo vive in una carcere di Colombo in condizioni che sua madre definisce “disumane”. E la donna, che sostiene di avere pochissime informazioni su quanto accade a suo figlio, ha voluto lanciare un appello alle autorità italiane. “Ho la sensazione che Antonio sia stato abbandonato dalle autorità italiane. Chiedo che da parte delle istituzioni ci sia una maggiore considerazione per la sorte di mio figlio. Non posso fare a meno di notare che per altri italiani arrestati ci sono stati esponenti parlamentari che hanno preso l'iniziativa. Per cui mi rivolgo anche ai politici: chi può mi aiuti a sapere come sta Antonio e a tirarlo fuori da quel carcere”, è l'appello che la mamma di Consalvo ha lanciato attraverso le colonne del Messaggero Veneto. La madre del trentatreenne, la cui testimonianza è stata raccolta anche dal quotidiano Il Gazzettino, ha appunto denunciato anche l’assenza di contatti tra lei e suo figlio, se non attraverso l'ambasciata: “Per due volte li abbiamo sentiti telefonicamente, poi solo via email fino all'ultima comunicazione, quella in cui ci hanno fatto sapere che da giorni non riescono più ad avere notizie di Antonio”.

L'uomo rinchiuso in "condizioni disumane" – “Sono in pena – ha continuato la donna – perché già nei primi mesi di prigionia avevo appreso in che condizioni disumane sono rinchiusi”. La donna ha parlato di fino a ottanta detenuti nello stesso stanzone, senza letti, costretti a dormire per terra. Nel carcere non viene distribuito cibo, i detenuti devono pagare tutto. “Abbiamo saputo – ha aggiunto – che è stato maltrattato e insultato”. “Avrei auspicato una presenza più incisiva e costante da parte della nostra ambasciata”, ha detto ancora facendo riferimento, secondo i quotidiani, a un altro cittadino italiano arrestato per possesso di cocaina il 7 febbraio a Colombo: “Noto che in quel caso a muoversi è stata anche la politica, e i risultati si sono visti. Vorremmo che Antonio fosse altrettanto tutelato. Anche mio figlio è cittadino italiano”.

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