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Anno giudiziario, da Milano accusano: “Per le toghe gogna infamante”

“Agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora alla infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti”, i giudici hanno risposto usando le armi della imparzialità: così il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio.
A cura di Susanna Picone
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Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio ha affrontato il tema dei rapporti spesso complessi tra magistratura e politica. E l’ha fatto con decisione: “Agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora alla infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti – ha spiegato – i giudici hanno saputo rispondere usando le armi della imparzialità”. Si tratta di un tema – quello dei rapporti tra magistratura e politica – che torna anche in altre città, da Roma a Palermo. Secondo Giovanni Canzio, i giudici milanesi sono “stati oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità e di mancata serenità di giudizio, solo perché funzionalmente investiti della definizione di taluni procedimenti a forte sovraesposizione mediatica, per lo spiccato rilievo politico e sociale che li caratterizzava”. L'anno scorso a Milano tra i vari processi che sono stati celebrati si ricordano quello sul caso Ruby e quello per la vicenda Mediaset.

Inaugurazione in tutta Italia – “Tra la gente disposta a non mollare ci saremo noi senza esitazione”, ha detto invece a Roma Catello Pandolfi, presidente facente funzioni della Corte d'Appello. Malgrado gli affanni che affliggono il sistema e di fronte a critiche spesso ingiuste, i magistrati sono pronti a “non lasciare cadere l’invito” del Presidente della Repubblica che nel suo messaggio di fine anno “ha invocato il coraggio degli italiani come indispensabile risorsa cui attingere in un momento tra i più difficili della storia recente del Paese”. A Palermo, il presidente della Corte di Appello Vincenzo Oliveri ha invece affrontato il tema dei magistrati in politica. Magistrati che non solo hanno il dovere di essere imparziali ma devono anche apparire come tali: “No all'esposizione mediatica no a comportamenti impropri, no a carriere politiche inaugurate nel medesimo distretto dove il giorno prima il candidato indossava la toga”.

“Terrorismo anarchico minaccia il Paese” –  “Una particolare segnalazione” viene riservata dal presidente della Corte d’appello di Palermo al processo per la trattativa Stato-mafia, cui dedica un passaggio della sua relazione inaugurale: “Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti del Capo dello Stato, per cui quando si è tentato di offuscare la sua immagine con il sospetto di sue interferenze in un grave procedimento in corso qui a Palermo, sospetti che i nostri giudici hanno dichiarato da subito totalmente infondati, sentiamo di dovergli rinnovare l’impegno, assunto col giuramento all’inizio del nostro lavoro, di fedeltà alla legge e alla Costituzione, di cui egli è supremo garante”. Al centro della relazione di Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, c’è invece il tema della Tav. Esiste, sostiene “un'area marginale, ma non trascurabile di soggetti anarchici che, operando su un doppio livello, palese e occulto, costituiscono una minaccia per le regole costituzionali del Paese puntando, attraverso atti di terrorismo, all'eversione del sistema democratico”.

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